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Introduzione
La
l.
27
maggio
2015
n.
69,
rubricata
ufficialmente
“disposizioni
in
materia
di
delitti
contro
la
pubblica
amministrazione,
di
associazioni
di
tipo
mafioso
e
di
falso
in
bilancio”,
è
meglio
conosciuta
con
la
sua
denominazione
volgare:
“riforma
anticorruzione”.
La
ragione
di
questa
denominazione
è
legata
alle
ragioni
per
le
quali
nel
marzo
2013
aveva
preso
avvio
l’iter
parlamentare
completato
a
fine
maggio
di
quest’anno.
Infatti,
a
dispetto
del
ridimensionamento
dei
casi
di
accertamento
giudiziario
registrato
negli
ultimi
venti
anni,
la
relazione
del
disegno
di
legge
presentato
al
Senato
incominciava
proprio
con
l’evidenziare
la
crescita
della
“percezione
del
fenomeno
corruttivo”:
stando
ai
dati
diffusi
nel
dicembre
2012
dal
Corruption
Perception
Index
di
Transparency
International,
l’Italia
era
retrocessa
dal
69°
al
72o
posto
su
178
Paesi
valutati.
Le
cronache
giudiziarie
più
recenti
sembrano
dimostrare
che
quella
percezione
non
era
infondata.
Quanto
questo
fenomeno
gravasse
sull’economia
del
paese
era
stato
quantificato
dalla
procura
della
corte
dei
conti
nel
2012
in
occasione
dell’inaugurazione
dell’anno
giudiziario:
60
miliardi
di
euro.
La
riforma
appena
entrata
in
vigore
mette
a
disposizione
armi
certamente
più
affilate
per
l’azione
di
repressione
della
magistratura
penale
e
per
quella
di
prevenzione
dell’Autorità
Nazionale
Anticorruzione:
l’intervento
legislativo,
infatti,
è
ad
ampio
spettro
comprendendo
sia
norme
sostanziali
(disposizioni
in
materia
di
reati
contro
la
pubblica
amministrazione,
in
materia
di
società
e
consorzi
e
in
materia
di
associazioni
di
tipo
mafioso),
sia
norme
processuali
(disposizioni
che
consentono
determinati
riti
alternativi
solo
a
certe
condizioni
e
che
garantiscono
un
maggior
flusso
di
informazioni
all’A.N.A.C.).
La
legge
sul
rientro
dei
capitali
dall’estero
(l.
15
dicembre
2014,
n.
186),
che
ha
introdotto
la
nuova
fattispecie
incriminatrice
del
c.d.
autoriciclaggio,
ha
portato
all’espunzione
delle
norme
a
esso
relative,
originariamente
presenti
nel
disegno
di
legge.
Vedremo
se
basterà.
Questo,
comunque,
l’indice
sommario
dell’ebook:
§
1.
L.
27
maggio
2015,
n.
69,
pag.
5
§
2.
I
lavori
preparatori
(disegni
di
legge
e
interventi
in
aula
al
Senato),
pag.
37
3