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Introduzione
Dopo
un’attesa
di
poco
meno
di
trent’anni
è
stata
approvata
la
riforma
della
c.d.
legge
Vassalli
(la
n.
117/1988)
sulla
responsabilità
civile
dei
magistrati.
Pare
così
opportuno
fare
il
punto
sull’effettiva
portata
di
questo
intervento
legislativo
alla
luce
dei
lavori
preparatori
e
della
giurisprudenza
europea
che
l’hanno
preceduto.
Ben
tre
sono
state,
infatti,
le
pronunce
della
Corte
di
giustizia
che
si
sono
susseguite
sul
punto
tra
il
2003
e
il
2011,
portando
il
nostro
paese
sul
banco
degli
accusati
per
via
di
una
normativa
ritenuta
troppo
restrittiva,
in
quanto
rivolta
alla
riparazione
dei
soli
errori
dovuti
a
dolo
o
colpa
grave
del
giudice
nazionale
nell’applicazione
del
diritto
dell'Unione
e
tale
da
escludere
l’attività
di
interpretazione
di
norme
di
diritto
ovvero
di
valutazione
dei
fatti
e
delle
prove,
e
così
rendendo
indispensabile
la
riforma:
si
tratta
delle
sentenze
“Köbler”
del
30
settembre
2003,
“Traghetti
del
Mediterraneo”
del
13
giugno
2006
e
“Commissione
europea
contro
Repubblica
italiana”
del
24
novembre
2011.
Per
parte
loro
i
lavori
parlamentari
danno
conto,
meglio
di
ogni
commento,
del
travaglio
che
ha
portato
alla
riforma,
consentendone
la
migliore
comprensione.
Si
tratta
ora
di
capire
l’impatto
della
riforma
sull’esercizio
della
giurisdizione:
è
ben
noto
che
la
legge
n.
117
del
1988
è
stata
applicata,
per
diverse
ragioni,
in
modo
estremamente
contenuto:
400
le
cause
promosse,
7
quelle
definite
con
sentenza
di
condanna.
Questo
l’indice
sommario
dell’ebook:
§
1.
Legge
27/2/2015,
n.
18,
annotata
con
le
relazioni
all’aula,
pag.
5
§
2.
I
lavori
parlamentari:
§
3.
La
giurisprudenza
della
Corte
di
giustizia,
con
le
sentenze
Köbler
del
2003,
Traghetti
del
Mediterraneo
del
2006,
e
C.E
c.
Italia
del
2011,
pag.
221
I.
disegni
di
legge,
pag.
31
II.
attività
in
commissione
al
Senato,
pag.
37
III.
attività
in
aula
al
Senato
e
alla
Camera,
pag.
107
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