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equiparandoli
a
figure
importanti
ma
certamente
meno
rilevanti
e
meno
determinanti
per
la
vita
di
ciascuno
di
noi;
inoltre,
ripristina
un
diritto
dei
cittadini
mortificato
-‐
e
che
sia
stato
mortificato
lo
dimostrano
le
statistiche
-‐
che
non
solo
è
stato
sancito
da
un
referendum,
quello
del
1987,
ma
che
è
un
diritto
in
sé,
quello,
cioè,
di
vedersi
risarciti
dallo
Stato
(il
quale,
a
sua
volta,
ha
il
diritto
di
rivalersi)
se,
in
presenza
di
gravemente
colpevoli
violazioni
di
legge,
dolose
violazioni
di
legge,
inescusabili
negligenze
-‐
ed
io
avrei
preferito
che
la
parola
«negligenza»
fosse
anche
sostituita
con
la
parola
«imperizia»
o
che
quest'ultima
fosse
aggiunta
-‐
vengano
lesi
i
diritti
delle
persone.
Credo
sia
stato
raggiunto
un
punto
di
equilibrio
estremamente
importante
che
segna
una
svolta
nei
rapporti
tra
il
cittadino
e
lo
Stato
e,
quindi,
anche
tra
il
cittadino
e
la
politica
e
che
si
inserisce
in
una
serie
di
iniziative
che
da
un
anno
a
questa
parte
noi
ed
i
Governi
che
si
sono
succeduti
abbiamo
assunto
per
riformare
la
giustizia,
per
riconoscere
maggiori
diritti
ai
carcerati,
per
migliorare
la
struttura
carceraria
del
nostro
Paese,
per
favorire
le
misure
alternative
di
pena
e,
oggi,
per
stabilire
un
modo
diverso
di
assunzione
di
responsabilità
da
parte
dei
magistrati
nei
confronti
dei
cittadini.
Questa
legge
sanerà
davvero
quella
frattura
che
si
è
generata
in
questi
vent'anni,
quella
guerra
che
si
è
combattuta,
spesso
a
colpi
sottobanco,
tra
la
politica,
la
magistratura,
settori
della
politica
e
settori
della
magistratura?
Vedremo
quale
sarà
la
risposta,
ma
intanto
credo
che
questa
iniziativa
sia
importante,
così
come
è
stato
importante
il
ruolo
di
alta
mediazione
svolto
dal
Governo
che
consente
di
portare
a
casa
un
provvedimento
che
in
più
legislature
è
stato
rincorso
e
che
non
aveva
mai
trovato
in
quel
clima
politico
la
possibilità
di
essere
attuato.
Di
fronte
a
questo
obiettivo,
restano
in
secondo
piano
le
pur
permanenti
perplessità
su
alcuni
aspetti
della
normativa:
ho
citato
la
questione
della
imperizia,
sollevata
soprattutto
dal
Gruppo
del
Nuovo
Centrodestra,
ma
si
potrebbero
citare
altri
aspetti
e
il
senatore
Caliendo,
come
altri
in
Commissione,
ci
hanno
anche
intrattenuto
con
dotti
argomenti
su
alcune
di
queste
perplessità.
Come
in
tutte
le
leggi
occorre
raggiungere
un
punto
di
equilibrio
e
noi
non
possiamo
non
vedere
nell'eliminazione
del
filtro,
ad
esempio,
e
nel
diritto
di
rivalsa
dei
concetti
importantissimi
per
poter
riaffermare
il
diritto
del
cittadino
a
vedersi
protetto
nei
confronti
della
protervia
di
pezzi
dello
Stato
e
della
magistratura,
che
esercitano
il
loro
operato
dolosamente,
con
gravi
e
inescusabili
negligenze.
Credo
che
la
giurisprudenza
reintrodurrà
anche
il
concetto
di
imperizia
nell'offesa
di
diritti
fondamentali.
È
questa
la
ragione
per
la
quale
noi
convintamente
voteremo
a
favore
di
questo
provvedimento,
che
salva
principi
importanti,
come
quello
secondo
cui
il
magistrato
è
soggetto
solo
alla
legge,
ma
non
può
non
rispondere,
seppur
indirettamente,
attraverso
la
rivalsa
dello
Stato,
delle
gravi
violazioni
di
legge
di
cui
si
rende
responsabile,
dovendone
anche
pagare
le
conseguenze,
anche
di
tasca
sua.
Concludo
dicendo
che
dovrà
essere
rivisto
il
rapporto
tra
la
responsabilità
contabile,
la
responsabilità
civile
e
le
procedure
disciplinari,
perché
sono
un
tutt'uno.
Anzi,
credo
che,
da
questo
punto
di
vista,
il
fatto
di
focalizzare
meglio
le
responsabilità
disciplinari
rafforzerà
ulteriormente
la
deterrenza
rispetto
al
compimento
di
atti
che
vanno
contro
i
diritti
fondamentali
dei
cittadini.
Per
queste
ragioni
esprimo
il
voto
convinto
del
Gruppo
di
Scelta
Civica
a
favore
di
questo
provvedimento.
(Applausi
del
senatore
Tonini).
Saluto
ad
una
rappresentanza
di
studenti
PRESIDENTE.
Stanno
assistendo
ai
nostri
lavori
gli
studenti
e
i
docenti
dell'Istituto
comprensivo
«Faà
di
Bruno»
di
Roma,
che
salutiamo
e
ringraziamo
per
la
loro
presenza.
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