Page 218 - Microsoft Word - RespoMagi.doc
P. 218
un
lato,
il
diritto
dei
cittadini
ad
avere
una
giustizia
giusta
e,
dall'altro,
insieme
l'autonomia
e
l'indipendenza
della
magistratura,
due
principi
costituzionali
e
civili
che
debbono
camminare
insieme.
Però,
c’è
anche
un'urgenza,
e
lo
dico
a
chi
accusa
in
maniera
del
tutto
improbabile
di
aver
considerato
questa
una
priorità
rispetto
ad
altre
riforme
che
invece,
come
è
noto,
da
tempo
camminano
e
anche
con
grande
intensità.
L'urgenza
è
data
dal
fatto
che,
tra
qualche
giorno,
l'Italia
sarà
chiamata
a
corrispondere,
nel
caso
in
cui
questa
legge
non
venisse
approvata,
oltre
50
milioni
di
euro
di
sanzioni
dall'Unione
europea,
e
francamente
questa
urgenza
a
cui
vogliamo
corrispondere
ci
sembra
che
sia
una
cosa
seria;
significa
fare
l'interesse
del
Paese.
Ma
il
motivo
fondamentale
–
dicevo
–
è
un
altro
e
sta
in
quelle
cifre
che
molti
hanno
ricordato,
cioè
in
quei
ricorsi
che
sono
stati
fatti
nella
legge
del
1988,
la
cosiddetta
legge
Vassalli,
400
ricorsi,
solo
trentaquattro
ammessi
e
soltanto
cinque
che
hanno
avuto
un
esito
positivo.
E
allora
io
credo
che
si
debba
parlare
di
questa
norma
con
serietà,
con
un
po’
di
serietà.
Per
esempio,
non
mi
pare
che
si
possa
dire
che
ci
sia
stata
serietà
nell'atteggiamento
di
chi,
ad
appena
200
metri
da
qui,
al
Senato,
ha
definito
questa
legge
una
legge
giusta,
certamente
non
perfetta,
ma
una
legge
giusta,
votando
a
favore,
e
tutte
quelle
contumelie
che
lo
stesso
gruppo
5
Stelle
ha
riversato
questa
sera
sulla
norma
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
Partito
Democratico).
Ma
non
è
così.
Non
è
segno
di
serietà.
Ora
noi
vogliamo
abolire,
e
lo
aboliremo
con
le
riforme
costituzionali,
il
bicameralismo
paritario.
Ma
credo
che,
insieme
a
questo,
dovremmo
abolire
anche
il
bipolarismo
ciclotimico
perché
soltanto
ciclotimia
può
essere
definito
questo
atteggiamento
di
chi
al
Senato
vota
in
un
modo
e
alla
Camera
vota
con
quei
toni
in
un
altro.
In
questi
giorni,
tornando
alle
cose
serie,
abbiamo
molto
apprezzato
la
posizione
dell'Associazione
Nazionale
Magistrati
che
ha
deciso
di
non
proclamare
scioperi.
Sarebbe
stata,
secondo
noi,
una
scelta
sbagliata
e
poco
comprensibile.
La
magistratura
ha
certamente
il
dovere,
il
diritto
di
esprimersi,
e
riteniamo
comprensibile,
ma
non
condivisibili,
che,
dal
mondo
della
magistratura,
si
siano
levate
perplessità,
riserve,
contrarietà
sulle
norme
che
stiamo
approvando.
Non
le
riteniamo
condivisibili
perché
francamente
pensiamo
che
si
tratti
di
preoccupazioni
eccessive.
Quello
che
stiamo
votando
non
colpisce
l'autonomia
di
interpretazione
del
giudice,
non
ne
colpisce
l'indipendenza.
Se
pensassimo
questo,
il
Governo
non
le
avrebbe
presentate,
non
le
sosterremmo,
non
le
voteremmo.
Non
è
questo
il
Governo.
Lo
vogliamo
dire
forte:
non
è
questa
la
maggioranza
che
colpisce
questi
principi.
Si
è
polemizzato
con
atteggiamenti
della
magistratura,
e
ognuno
di
noi
lo
ha
fatto
con
il
suo
stile.
Ma
nessuno
di
noi,
al
Governo
e
in
Parlamento,
ha
messo
in
discussione
questi
capisaldi
della
convivenza
costituzionale
e
civile.
E
non
è
ammissibile
neanche
che
il
Movimento
5
Stelle
accusi
di
questo.
Lo
hanno
detto
bene
il
perché.
Lo
ha
detto
bene
Danilo
Leva
nella
relazione.
La
stessa
presidente
Ferranti.
Si
tratta
di
cambiamenti
che
consentono
al
cittadino
che
motivatamente
si
sente
colpito
da
atteggiamenti
di
dolo,
colpa
grave,
diniego
di
giustizia,
di
poter
decidere
di
ricorrere,
senza
quei
filtri
di
ammissibilità,
che
di
fatto
hanno
reso
virtuale
in
26-‐27
anni
questa
possibilità.
E
non
credo
che
sia
vero
affermare
che
l'inserimento
del
travisamento
del
fatto
e
delle
prove
nella
colpa
grave
possa
colpire
la
libertà
di
valutazione
e
interpretazione
del
magistrato.
C’è
una
sentenza
della
Corte
costituzionale,
anche
questo
è
stato
ricordato
da
Leva,
che
sancisce
come
il
travisamento
del
fatto
non
è
una
diversa
valutazione
del
fatto
delle
prove,
ma
uno
stravolgimento
delle
stesse,
e
questo
può
sinceramente
definirsi
colpa
grave.
E
lo
stesso
nostro
responsabile
della
giustizia,
David
Ermini,
intervenendo
nei
218