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mi
potrei
mai
permettere
di
dire
il
contrario,
ma
a
chi
spetta
decidere
come
gestire
la
temporalità
dello
strappo ?
A
chi
è
dall'esterno
e,
quindi
non
sa,
perché
dall'esterno,
signora
Presidente,
non
si
sa
mai
come
si
vivono
determinate
situazioni,
oppure
chi
è
stato
dentro
una
storia,
chi
c’è
ancora,
chi
sa,
chi
vive,
chi
soffre,
chi
spera,
e
che
è
forse
l'unico
in
grado
di
sapere
come
gestire
il
tempo
e
come
fare
per
ricucire
le
ferite ?
Allora,
signora
Presidente,
e
concludo,
non
si
tratta
affatto
attraverso
questa
norma
di
andare
nel
senso
di
una
forma
di
relativismo,
non
si
tratta
affatto
di
affermare
una
forma
di
pensiero
debole,
non
si
tratta
affatto
di
entrare
nella
liquidità
dei
valori.
Attraverso
questa
norma,
signora
Presidente,
si
tratta
semplicemente
di
dare
di
nuovo
luce
e
lustro
all'umanità;
e
quando
dico
«umanità»
intendo
la
vulnerabilità
della
condizione
umana.
Signora
Presidente,
saranno
le
ultime
parole:
quando
un
principio,
che
si
tratti
di
un
principio
giuridico
o
di
un
principio
morale,
vale
più
di
quello
che
una
persona
vive,
diventa
totalitario
e
indifferente
all'umana
condizione,
che
ci
chiede
sempre
e
comunque
di
rispettare
l'irriducibile
alterità
di
ognuno
di
noi.
È
per
questo
che,
signora
Presidente,
annuncio
con
gioia
e
con
orgoglio
il
voto
favorevole
del
Partito
Democratico
a
questo
provvedimento
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
Partito
Democratico).
ANTONIO
PALMIERI.
Signora
Presidente,
devo
tre
chiarimenti
al
simpatico
collega
Sannicandro,
che
attualmente
è
impegnato
in
una
comunicazione
telefonica,
però
glieli
devo
lo
stesso.
La
prima
questione
è
questa,
cioè
difendere
la
famiglia
non
è
una
questione
di
fede
ma
di
semplice
convenienza
per
la
comunità.
La
fede
riguarda
chi
crede,
la
comunità
riguarda
chi
fa
le
leggi.
Allora
una
famiglia
forte
genera
una
società
forte,
questo
è
il
primo
punto.
Il
secondo
punto:
ogni
legge
ha
una
ricaduta
fattuale
per
quello
che
determina
nel
presente
e
ha
un
impatto
nel
futuro
perché
contribuisce
a
costruire
una
mentalità.
Allora,
la
mia
preoccupazione
è
che
questa
norma
vada
contro
le
coppie
che
non
sono
ancora
sposate
e
stanno
per
sposarsi
perché,
come
ho
detto
prima,
mette
davanti
a
loro
un
patto
indebolito
in
origine.
Il
terzo
e
ultimo
punto,
caro
collega
Sannicandro
e
care
colleghe
e
colleghi
tutti
evidentemente,
è
questo:
se
veramente
volevate
rimediare
alle
difficoltà
delle
famiglie
che
stanno
affrontando
il
divorzio
ora
e
alle
quali
–
a
loro
e
ai
loro
figli
–
va
tutta
la
mia
e
la
nostra
solidarietà,
allora
dovevate
fare
questa
norma
come
una
sanatoria,
cioè
tagliando
i
tempi
di
attesa
di
coloro
i
quali
sono
in
questa
situazione
di
difficoltà
e
non,
invece,
approvando
una
norma
di
carattere
generale.
Questa
norma,
in
realtà,
conferma
un
orientamento
culturale
di
fondo
per
il
quale
ogni
rapporto
è
un
rapporto
precario,
è
un
rapporto
flessibile,
è
un
rapporto
reversibile.
Allora,
da
questo
punto
di
vista,
come
ho
detto
prima,
anziché
generare
tentativamente,
con
fatica
e
con
gioia,
un
«noi»,
mette
assieme
temporaneamente
due
«tu»,
destinati
a
non
incontrarsi
forse
mai
in
modo
definitivo.
Quindi,
chiudo,
l'avete
detto
in
molti:
questo
è
l'ennesimo
tassello
di
un
processo
culturale
e
legislativo
che
vuole
cambiare
la
nostra
società,
in
qualche
modo
a
prescindere
dalla
famiglia
naturale.
Allora
a
me,
da
legislatore,
con
Aristotele
come
ho
detto
prima,
non
piace
questo
perché
indebolisce
la
cellula
originaria
della
nostra
società
e
un
organismo
con
le
cellule
malate
è
evidente
che
non
può
avere
una
vita
sana
e
vitale.
Per
questo
confermo
il
mio
personale
voto
contro
questo
provvedimento
e
vi
ringrazio
per
l'attenzione.
MASSIMILIANO
FEDRIGA.
Grazie
Presidente,
ribadisco
che
questo
è
un
intervento
ovviamente,
come
motiverò,
a
titolo
personale
perché
le
Lega
ha
lasciato
libertà
di
voto
per
quanto
riguarda
questo
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