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alcuni
catastrofisti.
Perché
non
è
un
dramma ?
Perché
il
vero
dramma
non
sarebbe
la
fine,
il
vero
dramma
sarebbe
il
tradimento,
il
tradimento
dell'amore.
Ma
cos’è
il
tradimento,
signora
Presidente ?
Ebbene,
mi
vorrei
riferire
ad
alcune
righe
che
sono
state
scritte
da
un
filosofo,
Søren
Kierkegaard,
nel
XVIII
secolo,
in
un
libro:
Aut-‐Aut.
Søren
Kierkegaard
cosa
ci
dice ?
I
traditori
si
trovano
ovunque,
anche
all'interno
del
matrimonio.
Bisogna
stare
attenti,
però,
a
non
sbagliare
il
bersaglio,
sottolinea
il
filosofo,
e
cito:
«i
veri
traditori
non
sono
quelli
che
decidono
al
momento
opportuno
di
mettere
fine
al
proprio
matrimonio,
ma
quegli
sposi
miserabili
che,
lamentandosi
dell'amore
ormai
da
tempo
svanito,
restano
come
stolti
nel
proprio
recinto
coniugale».
Ebbene,
sì,
Søren
Kierkegaard
parla
di
«recinto
coniugale»,
e
qual
è
la
verità
profonda
che
ci
sta
dicendo
Søren
Kierkegaard ?
Ci
sta
dicendo,
in
fondo,
che
il
vero
tradimento
consiste
nel
confondere
l'eternità
dell'amore
–
perché
ebbene,
sì,
signora
Presidente,
l'amore,
quando
accade,
dura
per
sempre,
ma
stiamo
parlando
del
sentimento,
dell'eternità
del
sentimento
–
con
le
contingenze
dei
fatti,
con
le
contingenze
delle
storie,
con
le
contingenze
che
talvolta
con
l'amore
non
c'entrano
nulla
perché
quante
sono
quelle
famiglie
che
si
costituiscono
e,
all'interno
delle
quali,
di
amore
non
ce
n’è.
Come
dicono
alcuni
filosofi,
alcuni
psichiatri,
alcuni
psicologi,
alcuni
psicanalisti...
l'unico
vero
tradimento
consiste
nel
far
credere
ad
una
persona
che
niente
è
cambiato,
mentre
tutto,
in
realtà,
è
diverso.
Ecco
perché
bisogna
stare
attenti
a
non
confondere
e
ad
immaginare
che
il
tradimento
consista
nel
metter
fine
ad
una
relazione
che,
di
fatto,
è
già
finita
da
tanto
tempo.
Perché
in
realtà
significherebbe
soltanto
voler
sostituire
l'apparire
con
l'essere.
Ebbene
con
questa
legge
non
si
sta
picconando
la
famiglia,
chi
crede
che
lo
si
stia
facendo
in
realtà
non
ha
capito
la
profondità
del
messaggio
di
Kierkegaard,
chi,
quindi,
continua
a
credere
che
le
apparenze
possano
rimpiazzare
l'autenticità
e
la
verità
delle
relazioni.
Strano,
tra
l'altro,
che
queste
accuse,
cioè
coloro
che
insistono
che
attraverso
questi
provvedimenti
si
vuole
andare
contro
la
famiglia,
sono
proprio
le
stesse
persone
che,
in
realtà,
non
vogliono
poi
permettere
a
tutti
di
potersi
sposare,
a
tutti
di
costituire
una
famiglia
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
Partito
Democratico).
Va
bene,
dicono
in
Francia,
comprend
qui
peut,
comprenda
chi
può
la
coerenza
di
questi
discorsi,
ma
andiamo
avanti
e
torniamo
a
questo
provvedimento
che
stiamo
per
votare.
Come
stavo
dicendo
non
si
tratta
di
una
norma
che
stravolge
la
morale,
anzi
si
tratta
semplicemente
di
una
norma
che
ci
spinge
ad
adeguare
il
diritto
alla
complessità
del
reale.
Non
votare
questa
norma
oggi
significa
allora
semplicemente
illudersi
che
la
legge
possa
impedire
la
fine
di
una
storia,
oppure
significa
non
capire
che
talvolta
sono
proprio
le
lentezze
e
le
attese
imposte
che
poi,
di
fatto,
non
fanno
altro
che
degenerare
e
far
degenerare
la
situazione
impedendo
così
a
chi
è
coinvolto
direttamente
in
queste
storie
spesso
tristi
di
poter
fare
il
lutto
della
fine,
il
lutto
della
perdita
e
poter
ricominciare.
In
fondo,
cosa
c’è
dietro
questi
argomenti?
Dietro
questi
argomenti
c’è
una
premessa
profondamente
sbagliata,
ossia
c’è
la
convinzione
che
il
tempo
possa
sempre
e
solo
ricucire.
Ora,
signora
Presidente,
il
tempo
non
ha
un
valore
univoco.
Talvolta
il
tempo
ricuce,
ma
talvolta
il
tempo
logora
e
talvolta,
forse
la
maggior
parte
delle
volte,
il
tempo
non
basta
mai
per
fare
il
lutto
di
quello
che
si
è
perso
e
per
darci
la
forza
di
ricominciare
daccapo.
Ci
sono
ferite,
signora
Presidente,
che
non
si
rimarginano
mai,
ci
sono
sofferenze
nella
vita
con
cui
l'unica
cosa
che
si
può
fare
è
di
cercare
di
imparare
a
convivere,
vivere
con
quelle
sofferenze,
vivere
con
quel
vuoto
che
talvolta
si
spalanca,
restare
accanto
ad
un
pezzo
della
propria
storia
e
cercare
di
dare
un
senso.
Certo,
un
divorzio
è
sempre
uno
strappo.
Non
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