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impugnazione
può
essere
quello
della
mancanza
o
carenza
di
motivazione.
Ampliare
l'ambito
e
la
portata
della
colpa
grave,
prevedendo
che
essa
si
integri
anche
quando
ci
si
discosta
dalla
giurisprudenza,
porterebbe
evidentemente
a
soluzioni
aberranti
e
aprirebbe
un
vulnus
nel
principio
dell'imparzialità
e
della
libertà
di
decisione
del
giudice
perché
si
correrebbe
il
rischio
di
incorrere
negli
strali
della
responsabilità
prevista
da
questa
legge
soltanto
discostandosi
dalla
giurisprudenza.
Sarebbe
utile
sapere
-‐
fermo
restando
sempre,
come
ho
detto
in
precedenza,
che
esiste
l'obbligo
di
motivazione
-‐
quale
sia
il
criterio
per
valutare
quando
una
motivazione
possa
considerarsi
adeguata
oppure
non
lo
sia.
In
questo
senso
si
lascerebbe
un
margine
di
discrezionalità
enorme
ed
inadeguato
che
potrebbe
invogliare
chiunque
a
proporre
un
procedimento
o
un'azione
di
responsabilità
ogni
volta
che
una
decisione
assunta
da
un
giudice,
anche
discostandosi
dalla
giurisprudenza,
non
sia
gradita
o
condivisa.
Non
è
certo
questo
l'obiettivo
che
questa
legge
persegue
e
pertanto
voteremo
contro
questo
emendamento
(Applausi
dal
Gruppo
PD).
GIARRUSSO
(M5S).
Domando
di
parlare
per
dichiarazione
di
voto.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
GIARRUSSO
(M5S).
Signor
Presidente,
noi
del
Movimento
5
Stelle
voteremo
contro
questo
emendamento
perché
riteniamo
che
il
valore
dell'indipendenza
e
dell'autonomia
della
magistratura
vada
preservato.
I
giudici,
per
la
nostra
Costituzione,
sono
soggetti
soltanto
alla
legge,
non
a
un
rapporto
gerarchico,
nemmeno
con
soggetti
che
ricoprono
posizioni
in
magistratura
di
rango
sovraordinato.
Questo
principio
non
ha
mai
fatto
parte
del
nostro
ordinamento
e
i
gradi
di
giudizio
servono
soltanto
a
rivedere
le
decisioni,
non
certo
a
gerarchizzare
le
decisioni.
Peraltro,
nel
nostro
Paese
la
storia
del
diritto
molto
spesso
parte
dal
basso,
da
interpretazioni
coraggiose,
avanzate
ed
evolutive,
che
alla
fine
sono
state
fatte
proprie
anche
dalla
Cassazione;
ripeto,
molto
spesso
partono
dal
basso.
Questo
emendamento
cerca
di
incanalare
e
di
imbrigliare
la
possibilità
che
la
magistratura
evolva
nell'interpretazione
del
diritto.
Per
questo
annuncio
il
nostro
voto
contrario.
(Applausi
dal
Gruppo
M5S).
CALIENDO
(FI-‐PdL
XVII).
Domando
di
parlare
per
dichiarazione
di
voto.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
CALIENDO
(FI-‐PdL
XVII).
Signor
Presidente,
ho
sempre
avuto
rispetto
di
quest'Aula
e
di
ciascuno
di
voi
e
non
ho
mai
dato
una
lettura
di
un
emendamento
contraria
a
quello
che
dice.
Accetto
le
dichiarazioni
di
voto,
ma
non
si
può
parlare
di
gerarchizzazione
e
di
uniformità,
perché
ho
trasmesso
a
ciascuno
di
voi
la
relazione
del
presidente
Fresa
del
Consiglio
superiore
della
magistratura,
al
dibattito
organizzato
dall'Associazione
Vittorio
Bachelet.
Siamo
quasi
al
limite
del
provvedimento
abnorme.
Mi
dispiace,
senatore
Cucca,
ma
l'emendamento
2.117
non
dice
che
il
giudice
deve
uniformarsi:
deve
solo
tenerne
conto,
cioè
conoscere.
È
come
se
noi
parlassimo
della
soggezione
alla
legge
e
il
giudice
non
conosce
la
legge.
Dire
allora
che
si
deve
conoscere
la
decisione
della
Cassazione
connota
la
funzione.
È
per
questo
che
vengono
emessi
procedimenti
disciplinari.
Avete
quattro
o
cinque
magistrati
anche
nel
vostro
Gruppo
e
potete
intervistarli:
questa
è
la
regola
della
libertà
di
decisione
del
giudice.
Voi
state
mistificando
una
cosa
che
non
c'è
scritta.
Prendete
qualsiasi
volume
della
giurisprudenza
disciplinare,
del
Consiglio
superiore
della
magistratura,
delle
sezioni
unite
della
Corte
di
cassazione
e
potrete
verificarlo.
Credo
mi
darete
atto
di
essermi
sempre
attenuto,
per
correttezza
e
rispetto,
a
voi
e
al
Parlamento;
non
ho
mai
dato
un'interpretazione
che
non
fosse
aderente
a
quello
che
è
scritto.
Qui
è
scritto
che
il
giudice
è
libero
di
poter
decidere
come
vuole,
ma
proprio
perché
libero
di
poter
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