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Gruppo,
nella
sua
quasi
totalità,
voterà
ovviamente
contro
l'articolo
2,
anche
a
nome
dei
21
milioni
di
italiani
che
ventisette
anni
fa,
al
referendum
del
1987,
hanno
votato
per
la
responsabilità
civile
dei
magistrati.
Riteniamo
questo
nostro
voto
contrario
dovuto
anche
a
tutti
quei
magistrati,
che
sono
la
stragrande
maggioranza,
che
lavorano
con
diligenza,
onestà,
perizia
e
capacità
e
che,
in
quanto
organo
dello
Stato,
ritengono
di
portare
avanti
una
missione
a
difesa
dei
diritti
sanciti
dalla
Costituzione.
Questo
nostro
voto
contrario,
quindi,
è
anche
per
loro,
ce
lo
chiedono
loro,
perché
solo
una
piccola
percentuale
agisce
contra
legem.
Caro
senatore
Falanga,
è
inutile
che
si
rivolga
al
senatore
Giarrusso,
perché
noi
riteniamo
che
di
legge
non
capisca
nulla,
e
quindi
è
come
se
si
rivolgesse
a
una
pianta.
(Applausi
della
senatrice
Rizzotti).
MARTON
(M5S).
Presidente,
non
interviene
su
questo?
PRESIDENTE.
Senatore
Barani,
la
prego
di
attenersi
all'argomento
dell'articolo
2,
oggetto
della
sua
dichiarazione
di
voto.
BARANI
(GAL).
Votiamo
contro
l'articolo
perché
riteniamo
che
l'imperizia
sia
quella
che
ho
già
detto,
qualificabile
per
negligenza
ed
imprudenza
proprie
di
chi
compie
atti
che
presuppongono
la
conoscenza
di
regole
tecniche
e
nel
rispetto
della
legge,
che
i
magistrati
seri
applicano
tutti
i
giorni.
Se
c'è
un
magistrato
che
non
le
applica,
perché
non
la
conosce,
perché
non
applica
la
legge,
perché
non
riesce
a
capirla,
perché
non
ha
proprio
più
le
capacità
o
perché
gli
sono
venute
a
mancare
per
ragioni
psicofisiche
o
attitudinali,
dobbiamo
però
garantire
a
tutti
gli
altri,
che
sono
il
99,9
per
cento,
di
camminare
a
testa
alta
e
di
non
avere
un
giudizio
negativo,
che
oggi
porto
qui,
a
nome
di
oltre
20
milioni
di
italiani,
compresi
molti
del
Partito
Democratico,
che
mi
auguro
non
vi
votino
più,
perché
è
veramente
scandaloso
e
vergognoso
quello
che
state
facendo.
PRESIDENTE.
Indìco
la
votazione
nominale
con
scrutinio
simultaneo
dell'articolo
2,
nel
testo
emendato.
(Segue
la
votazione).
Il
Senato
approva.
(v.
Allegato
B).
Passiamo
all'esame
dell'articolo
3,
sul
quale
sono
stati
presentati
emendamenti
che
invito
i
presentatori
ad
illustrare.
CAPPELLETTI
(M5S).
Signor
Presidente,
intervengo
molto
brevemente.
Il
comma
1,
alla
lettera
a),
aumenta
da
due
a
tre
anni
il
periodo
di
tempo
in
cui
un
cittadino
può
chiedere
il
risarcimento
del
danno
allo
Stato.
Mi
chiedo
perché
questo
periodo
venga
aumentato
da
due
a
tre
anni
e
a
chi
serva
questo
aumento.
C'è
qualcuno
in
particolare
che
necessita
di
impugnare
un
provvedimento
o
una
sentenza
che
è
stata
depositata
tre
anni
fa?
Credo
che
tenere
in
bilico
un
giudice
per
un
periodo
ampio
di
uno
o
due
anni
sia
già
significativo,
e
non
credo
che
portarlo
a
tre
anni
vada
nella
direzione
attesa.
Quindi,
con
i
miei
emendamenti
3.100
e
3.102,
propongo
semplicemente
di
sopprimere
le
lettere
a)
e
b)
del
comma
1,
che
sostanzialmente
intervengono
nella
stessa
direzione,
ovvero
quella
di
aumentare
da
due
a
tre
anni
il
periodo
di
tempo
in
cui
è
possibile
chiedere
il
risarcimento
del
danno.
MUSSINI
(Misto-‐MovX).
Domando
di
parlare.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
MUSSINI
(Misto-‐MovX).
Signor
Presidente,
intervengo
anche
a
nome
della
senatrice
Bignami
per
chiedere
al
senatore
Cappelletti
se
ci
permette
di
sottoscrivere
gli
emendamenti
3.100
e
3.102.
PRESIDENTE.
Vedo
che
il
senatore
Cappelletti
è
d'accordo.
Il
restante
emendamento
si
intende
illustrato.
Invito
il
relatore
ed
il
rappresentante
del
Governo
a
pronunziarsi
sugli
emendamenti
in
esame.
BUEMI,
relatore.
Invito
a
ritirare
gli
emendamenti
3.100,
3.101
e
3.102,
altrimenti
il
parere
è
contrario.
COSTA,
vice
ministro
della
giustizia.
Il
parere
del
Governo
è
conforme
a
quello
del
relatore.
GAETTI
(M5S).
Domando
di
parlare.
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