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giudizio
promosso
dal
cittadino
nei
confronti
dello
Stato
-‐
e
non
l'accertamento
dei
fatti,
come
diceva
il
senatore
Caliendo
-‐
possa
fare
stato
nel
giudizio
successivo
di
rivalsa
costituisce
un'ipotesi
di
incostituzionalità
giacché,
non
avendo
il
magistrato
partecipato
nel
primo
giudizio,
non
si
può
nel
giudizio
di
rivalsa,
che
interessa
la
sua
persona,
fargli
pesare
la
decisione
e
non
soltanto
l'accertamento
dei
fatti.
È
vero
che
vi
può
partecipare
volontariamente,
però
c'è
una
grande
difficoltà.
Come
si
risolve
un'ipotesi
di
litisconsorzio
necessario?
Si
esclude
infatti
la
partecipazione
del
giudice
nel
primo
giudizio
e
poi,
nel
secondo
giudizio
di
rivalsa,
egli
deve
accettare
la
decisione
che
è
stata
assunta
in
un
procedimento
in
cui
egli
non
ha
partecipato.
Per
queste
ragioni,
per
amore
dell'arte,
devo
dire
che
dissento
dall'indicazione
di
voto
espressa
dal
senatore
Caliendo
e
dichiaro
il
mio
personale
voto
favorevole
a
questo
emendamento
del
Governo.
BARANI
(GAL).
Domando
di
parlare
per
dichiarazione
di
voto.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
BARANI
(GAL).
Signor
Presidente,
sarò
brevissimo.
È
condivisibile
quanto
il
senatore
Caliendo
ci
ha
testé
detto,
perché
in
Commissione
il
Governo
era
presente
ed
è
presente
anche
qui.
Ho
però
la
sensazione
che
questo
Governo,
che
pure
ha
partecipato
ai
lavori
della
Commissione,
non
sia
consequenziale
con
i
proclami
del
suo
Presidente
del
Consiglio
che,
baldanzoso
e
sculettante,
dice:
anche
i
giudici
devono
pagare,
eccetera.
Infatti,
non
c'è
poi
consequenzialità
in
quello
che
fa,
perché
a
noi
non
ha
detto
nulla
in
Commissione.
Si
vede
che,
a
un
certo
momento,
è
stato
preso
sotto
scacco
o
sequestrato
da
qualche
associazione
nazionale
dei
magistrati
che
gli
ha
imposto,
in
cambio
non
so
di
cosa,
questo
emendamento
soppressivo.
Mi
rivolgo
al
relatore:
relatore,
tu
eri
socialista
un
tempo.
Ho
visto
un
tuo
emendamento
dopo
quello
del
Governo.
Come
mai
l'emendamento
del
Governo
viene
a
vanificare
un
lavoro
che
so
che
hai
fatto
seriamente
e
con
coscienza
e
in
cui
hai
creduto?
Nel
testo
proposto
dalla
Commissione
giustizia
ci
sono
due
miei
disegni
di
legge
e
uno
tuo,
che
ha
portato
alla
responsabilità
civile
dei
magistrati.
Insomma,
il
Governo
ti
fa
passare
le
pene
dell'inferno;
il
Governo
ti
sta
trascurando
e
ti
considera
marginale.
Pertanto,
credo
di
poter
chiudere
dicendo:
ma
com'è
possibile,
con
questo
testo
che
andiamo
ad
approvare,
che
un
imprenditore
venga
ad
investire
in
Italia
sapendo
la
confusione
e
il
potere
di
vita
e
di
morte
che
questi
magistrati
hanno
anche
sull'economia?
Continueranno
ad
andare
a
delocalizzarsi
in
Svizzera,
ancorché
in
Spagna,
in
Croazia,
in
Francia,
ma
nessuno
verrà
più
in
Italia.
Stiamo
facendo
un
danno
economico
incommensurabile
alla
italianità
e
all'Italia,
perché
non
abbiamo
più
certezza
di
diritto.
Inoltre,
non
è
vero
che
tutti
gli
uomini
sono
uguali:
c'è
un
potere
dello
Stato,
una
categoria
Superman,
superiore
a
qualsiasi
altra,
come
James
Bond
nei
famosi
film
-‐
belli,
quelli
-‐
di
«007».
BUEMI,
relatore.
Domando
di
parlare.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
BUEMI,
relatore.
Intervengo
semplicemente
per
una
precisazione,
Presidente
e
colleghi.
Il
mio
emendamento
e
il
testo
originario
della
mia
proposta
di
legge
prevedevano
un
indirizzo
diverso
rispetto
alla
responsabilità
diretta
e
indiretta.
Nel
momento
in
cui
la
Commissione
ha
scelto
unitariamente
l'azione
indiretta,
era
evidente
che
questo
elemento
entrava
in
contrasto
e,
quindi,
la
mia
posizione
si
è
modificata
in
funzione
di
questo
obiettivo.
PRESIDENTE.
Prima
di
passare
alla
votazione
degli
emendamenti
riferiti
all'articolo
4,
vorrei
fare
una
comunicazione.
Avverto
che
al
termine
delle
votazioni
sugli
articoli
e
relativi
emendamenti
si
riunirà
la
Conferenza
dei
Capigruppo
per
definire
il
calendario
dei
lavori
della
prossima
settimana.
Procediamo
dunque
alla
votazione
degli
167