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Indìco
la
votazione
nominale
con
scrutinio
simultaneo
dell'emendamento
5.108,
presentato
dai
senatori
Stefani
e
Centinaio.
(Segue
la
votazione).
Il
Senato
non
approva.
(v.
Allegato
B).
L'emendamento
5.109
è
stato
ritirato.
Passiamo
alla
votazione
dell'emendamento
5.110.
MUSSINI
(Misto-‐MovX).
Signor
Presidente,
lo
ritiro.
PRESIDENTE.
La
Presidenza
ne
prende
atto.
Indìco
la
votazione
nominale
con
scrutinio
simultaneo
dell'articolo
5,
nel
testo
emendato.
(Segue
la
votazione).
Il
Senato
approva.
(v.
Allegato
B).
Passiamo
all'esame
dell'articolo
6,
sul
quale
sono
stati
presentati
emendamenti
che
si
intendono
illustrati
e
su
cui
invito
il
relatore
ed
il
rappresentante
del
Governo
a
pronunziarsi.
BUEMI,
relatore.
Invito
al
ritiro
o
esprimo
parere
contrario
sugli
emendamenti
6.100,
6.101,
6.103
e
6.104.
Ritiro
l'emendamento
6.102.
COSTA,
vice
ministro
della
giustizia.
Il
Governo
esprime
parere
conforme
a
quello
del
relatore.
GAETTI
(M5S).
Domando
di
parlare.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
GAETTI
(M5S).
Signor
Presidente,
chiediamo
che
le
votazioni
vengano
effettuate
a
scrutinio
simultaneo
mediante
procedimento
elettronico.
PRESIDENTE.
Invito
il
senatore
Segretario
a
verificare
se
la
richiesta
risulta
appoggiata
dal
prescritto
numero
di
senatori.
(La
richiesta
risulta
appoggiata).
Indìco
la
votazione
nominale
con
scrutinio
simultaneo
dell'emendamento
6.100,
presentato
dai
senatori
Cappelletti
e
Buccarella.
(Segue
la
votazione).
Il
Senato
non
approva.
(v.
Allegato
B).
Passiamo
alla
votazione
dell'emendamento
6.101.
PALMA
(FI-‐PdL
XVII).
Domando
di
parlare
per
dichiarazione
di
voto.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
PALMA
(FI-‐PdL
XVII).
Signor
Presidente,
l'emendamento
6.101
è
l'altro
punto
importante
di
questo
provvedimento.
La
nostra
Costituzione,
nel
garantire
l'autonomia
e
l'indipendenza
della
magistratura,
consente,
contrariamente
a
quello
che
accade
nei
confronti
di
tutti
gli
altri
dipendenti
pubblici,
di
immaginare,
come
è
si
immaginato
nella
legge
Vassalli
e
come
si
sta
immaginando
adesso,
che
l'azione
nei
confronti
di
un
magistrato
avvenga
in
termini
indiretti;
ci
si
rivale
cioè
e
si
fa
azione
nei
confronti
dello
Stato
e
lo
Stato
si
rivale
nei
confronti
del
magistrato.
È
evidente
che,
nell'eventualità
in
cui
l'azione
dovesse
essere
diretta,
inevitabilmente
questo
tipo
di
azione
potrebbe
avere
degli
effetti
sull'autonomia
e
l'indipendenza
della
magistratura.
Ciò
detto,
di
cosa
stiamo
discutendo?
Stiamo
discutendo
dell'entità
della
rivalsa.
Noi
ci
troviamo
di
fronte
ad
un
magistrato
che
ha
commesso
un
comportamento
gravemente
colposo,
che
rientra
nei
requisiti
che
abbiamo
stabilito
prima,
in
ragione
del
quale
è
stato
provocato
un
danno
ingiusto
a
un
cittadino.
In
ragione
dell'azione
che
questo
cittadino
avanza
nei
confronti
dello
Stato,
quest'ultimo,
per
ipotesi,
risarcisce
il
cittadino
con
la
somma
di
200.000
euro,
di
100.000
euro,
di
50.000
o
di
700.000
euro,
a
seconda
del
tipo
di
danno
causato.
Se
non
si
trattasse
di
un
magistrato,
qualsiasi
dipendente
pubblico
che
ha
dato
corso
ad
un'azione
di
questo
genere
per
un
comportamento
gravemente
colposo
risponderebbe
per
l'intero.
Ebbene,
non
riesco
davvero
a
vedere
nell'ordinamento
una
sola
norma
che,
una
volta
accertata
la
colpa
grave
del
magistrato
e
quindi,
sostanzialmente,
un
comportamento
assolutamente
uguale
a
quello
di
qualsivoglia
altro
tipo
di
dipendente
pubblico,
consegni
il
dipendente
pubblico
al
risarcimento
per
l'intero
e
il
magistrato
ad
un
risarcimento
che
qui
viene
quantificato
nella
metà
dello
stipendio
netto
che
il
magistrato
stesso
guadagnava
all'epoca
del
fatto.
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