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I.
Discussione
sulle
linee
generali
FABRIZIA
GIULIANI.
Signor
Presidente,
colleghi,
nel
giorno
in
cui
giustamente
tutta
l'attenzione
del
mondo
politico,
dei
media
ma
anche
dei
cittadini
è
concentrata
sul
voto
europeo,
la
nostra
discussione
non
è,
credo,
in
alcun
modo
fuori
tema.
Infatti,
la
norma
che
andiamo
a
discutere
e
che
dalla
discussione
in
Commissione
finalmente
arriva
in
Aula
riguarda
quel
complesso
capitolo
di
riforme
che
noi
chiamiamo,
in
maniera
sintetica,
le
riforme
che
riguardano
la
vita
civile,
i
diritti
civili
rispetto
ai
quali
il
nostro
Paese
misura
ancora,
rispetto
al
resto
d'Europa,
una
distanza
grande.
Credo
che
su
questo
abbiano
ragione
i
colleghi
che
mi
hanno
preceduto:
su
questo
specifico
capitolo
–
parlo
appunto
del
divorzio,
dello
scioglimento
del
vincolo
matrimoniale
–,
come
su
altri
capitoli,
il
nostro
Paese,
anche
se
oggi
misura
questo
gap,
questa
distanza,
ha
alle
spalle
una
storia
molto
importante.
Ciò
perché
nella
stagione
in
cui
è
stato
possibile,
si
è
consentito
finalmente
lo
scioglimento
del
vincolo
matrimoniale
nel
nostro
Paese,
in
cui
sono
state
promosse
anche
altre
norme
importanti
che
hanno
segnato
quella
stagione
di
riforme,
ebbene
il
nostro
Paese
ha
conquistato
in
poco
tempo
ed
ha
fatto,
dovendo
affrontare
anche
tante
resistenze
di
ordine
culturale
e
politico,
passi
importanti.
Non
parliamo,
naturalmente,
soltanto
dello
scioglimento
del
vincolo
matrimoniale,
parlo
anche
della
riforma
del
diritto
di
famiglia
e
dell'interruzione
volontaria
di
gravidanza.
Allora,
io
penso
che
queste
cose
siano
molto
più
che
diritti;
quando
andiamo
a
parlare
di
queste
cose
non
parliamo
di
diritti,
parliamo,
anche,
di
quel
capitolo
di
materie
che
molto
a
lungo
ha
allontanato
il
sentire
comune
dei
cittadini
dallo
svolgimento
dell'attività
politica.
Sono
riforme
che
hanno
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consentito
–
lo
ricordava
prima
la
collega
Moretti,
e
mi
associo
senz'altro
alle
riflessioni
che
ha
fatto
–
al
cammino
della
cittadinanza
femminile
di
avanzare,
di
abbattere
quel
muro
tra
sfera
pubblica
e
privata
che
impediva
ai
due
generi
di
partecipare
in
eguale
misura
all'attività
politica,
alla
vita
pubblica,
non
solo
all'attività
politica
e,
nelle
aree
più
arretrate
del
nostre
Paese,
hanno
consentito
di
rompere
un
vero
e
proprio
muro
di
segregazione.
Non
è
preistoria,
parliamo
di
questioni
che
attengono,
anche,
soltanto
a
quarant'anni
fa,
ma
io
credo
che
queste
tappe
vadano
oggi
tenute
ferme
nel
momento
in
cui
riusciamo
a
compiere
finalmente
questo
capitolo.
Di
cosa
discutiamo
oggi ?
Discutiamo
di
un
testo
che
rende
finalmente
più
veloci
le
procedure
legali
e
riduce
i
contenziosi.
Non
vado
a
ricapitolare
ciò
che,
appunto,
hanno
ricordato
prima
di
me
i
colleghi,
sottolineo
però
un
altro
dato
che
vorrei
enfatizzare
e
sottolineare
e
cioè
come,
finalmente,
in
armonia
con
la
storia
delle
riforme
migliori
di
questo
Paese,
questo
sia
potuto
avvenire,
si
sia
verificato
perché
vi
hanno
concorso
tutte
le
forze
politiche,
perché
è
stato
uno
sforzo
trasversale,
esattamente
come
furono
trasversali
quelle
conquiste
di
riforme
che
poco
prima
abbiamo
evocato.
Ora,
è
stato
importante
riuscire
a
sciogliere
il
vincolo
coniugale
evitando
quell'iter
lungo
e
costoso
che
comincia
dal
tribunale
con
l'ottenimento
della
separazione
e,
poi,
dopo
tre
anni,
una
volta
definitiva
la
sentenza,
si
passa
per
il
secondo
grado
di
giudizio
e
comincia
un'altra
lunga
attesa
prima
che
la
sentenza
di
divorzio
passi
in
giudicato;
vediamo
ora
che
cosa
accade
nel
resto
d'Europa.
Nel
resto
d'Europa,
fatta
eccezione
per
l'Irlanda
del
Nord,
Malta
e
la
Polonia,
e
in
molti
Paesi
extraeuropei
il
divorzio
si
ottiene
con
tempistiche
relativamente
brevi,
costi
contenuti
e
procedure
snelle.
In
Francia
non
è
richiesto
nessun
periodo
di
separazione
per
il
divorzio
consensuale,
mentre
in
caso
di
contenzioso
il
tempo
massimo
è
di
due
anni;
II.
Interventi
in
aula