Page 26 - Microsoft Word - DivorzioBreve.doc
P. 26
durata
e
che,
anche
se
ci
sono
di
mezzo
i
figli,
la
famiglia
si
può
sciogliere
tranquillamente,
anzi
è
bene
che
il
matrimonio
si
sciolga
con
la
massima
facilità
e
con
la
maggiore
rapidità
possibile.
Noi
che
abbiamo
la
responsabilità
di
legiferare
dobbiamo
porci
una
domanda:
questa
eccezione
italiana,
questa
tendenza
alla
stabilità
e
alla
durata
delle
relazioni
familiari,
di
tutta
la
rete
familiare,
fra
l'altro,
è
un
fatto
positivo,
è
qualcosa
che
va
tutelato,
possibilmente
incoraggiato,
o
è
solo
un
sintomo
di
scarsa
modernità,
la
dimostrazione
che
il
nostro
Paese
è
socialmente
e
culturalmente
antiquato ?
La
crisi
della
famiglia,
che
colpisce
ormai
anche
l'Italia,
dobbiamo
assecondarla
o
cercare
invece
di
arginarla ?
La
mia
risposta
a
questa
domanda
è
scontata.
In
Italia
la
tradizionale
forza
della
famiglia
è
stato
un
potentissimo
motore
di
sviluppo
economico,
una
molla
per
costruire
un
futuro
migliore
per
i
nostri
figli,
per
fare
impresa,
per
risparmiare.
Pensiamo
al
fenomeno
della
piccola
impresa
familiare,
pensiamo
alla
tradizionale
vocazione
al
risparmio
delle
famiglie
italiane,
alla
resistenza
delle
reti
e
dei
rapporti
di
parentela
che
hanno
creato
un
sistema
di
mutuo
aiuto
e
di
compensazione
spontanea,
un
tesoro
di
sussidiarietà.
Sappiamo
bene
che,
se,
nonostante
il
nostro
enorme
debito
pubblico,
gli
attacchi
della
speculazione
e
tutte
le
nostra
fragilità
strutturali,
siamo
ancora
in
grado
di
resistere,
lo
dobbiamo
proprio
alla
propensione
al
risparmio
di
cui
abbiamo
parlato,
alla
rete
parentale
di
solidarietà
e
protezione,
alla
capacità
delle
famiglie
di
funzionare
da
cellula
che
ridistribuisce
il
reddito
secondo
i
bisogni
dei
singoli,
senza
l'intervento
dello
Stato.
In
Italia,
insomma,
grazie
a
una
storia
e
a
una
cultura
particolari,
la
famiglia
resiste
molto
più
che
altrove,
e
questo
garantisce
una
tenuta
della
coesione
sociale
che
credo
sia
un
bene
fondamentale,
anche
dal
punto
vista
economico.
Il
bene
della
famiglia
–
è
stato
detto
mille
volte
–
è
il
bene
del
Paese;
io
credo
sia
così.
Certo,
la
famiglia,
negli
ultimi
cinquant'anni,
è
molto
cambiata:
oggi
è
più
fragile,
sottoposta
alle
tensioni
di
profondi
mutamenti
culturali
e
di
stili
di
vita.
I
matrimoni
in
Italia
sono
crollati,
il
tasso
di
natalità
anche,
di
pari
passo.
Nel
nostro
Paese
non
ci
si
sposa
più
e
non
si
fanno
più
figli.
Le
due
cose
vanno
insieme,
perché
i
dati
descrivono
un'abitudine,
ancora
molto
radicata,
a
fare
figli
prevalentemente
all'interno
del
matrimonio;
un'abitudine
che
in
altri
Paesi
europei
non
esiste
più,
ma
che
è
stata
analizzata,
per
esempio
da
Volpi,
in
molti
saggi
e
in
molte
analisi
assolutamente
attendibili.
L'onorevole
Mottola
ha
sciorinato,
fra
l'altro,
tutti
questi
dati
del
crollo
del
matrimonio,
solo
che
non
mi
sembra
abbia
dato
un'accezione
negativa
a
tutto
questo,
cioè
non
ha
considerato
le
ricadute
sociali
che
il
crollo
del
matrimonio
ha
in
un
tessuto
come
quello
italiano.
La
crisi
demografica
è
comune
in
tutta
Europa,
dove
ormai
nessuna
nazione
raggiunge
il
tasso
di
sostituzione.
Da
noi,
però,
il
fenomeno
è
più
acuto
perché
è
anche
concentrato
nel
giro
di
pochi
anni
e
testimonia
un
cambiamento
improvviso,
che
la
politica
sembra
non
volere
affrontare.
Una
cosa,
però,
non
è
cambiata:
la
famiglia
resta
sempre
quella
società
naturale
fondata
sul
matrimonio
e
indicata
dalla
nostra
Costituzione,
composta
da
un
uomo,
una
donna
e,
possibilmente,
dai
loro
figli.
La
famiglia
disegnata
dalla
Costituzione
e
fondata
sul
matrimonio
esige
un
impegno
forte,
basato
su
doveri
reciproci
e
sulle
garanzie
per
i
più
deboli,
in
primo
luogo
i
figli.
A
volte,
però,
le
famiglie
si
rompono:
quando
questo
accade,
è
sempre
doloroso,
è
sempre
una
ferita
che
brucia.
Ma,
nonostante
il
matrimonio
possa
finire,
la
famiglia
continua
a
esistere
nell'amore
per
i
figli,
nel
ruolo
genitoriale;
questo
non
può
finire.
Essere
padri
e
madri,
così
come
essere
figli,
è
qualcosa
che
ci
accompagna
per
la
vita,
come
ci
accompagna
nella
crescita
l'amore
gratuito
che
in
famiglia
abbiamo
dato
e
ricevuto.
La
durata,
la
stabilità
dei
legami
è
26