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stato
da
sempre
indicato
dal
MoVimento
5
Stelle,
sin
dall'inizio
dell'iter
in
Commissione,
contrapponendosi
al
termine
proposto
da
altre
parti
politiche,
individuato,
invece,
in
nove
mesi.
Quindi,
è
grazie
alla
proposta
e
agli
emendamenti
del
MoVimento
5
Stelle
che
siamo
arrivati
nella
attuale
formulazione
del
testo
base
al
minor
termine
di
sei
mesi,
più
favorevole
alle
esigenze
dei
cittadini.
Il
nostro
emendamento
approvato
è
uno
stimolo
e
un
incentivo
a
premiare
la
separazione
consensuale
indipendentemente
dalla
presenza
di
figli
minori.
Il
dimezzamento
dei
termini
da
dodici
a
sei
mesi
in
caso
di
consenso
delle
parti
rappresenta
un
notevole
incentivo
alla
composizione
transattiva
delle
rispettive
richieste,
con
gli
immaginabili
e
connessi
vantaggi
sul
piano
emozionale.
Poiché
le
riconciliazioni
dei
coniugi
separati,
come
è
stato
ricordato
poc'anzi,
sono
statisticamente
rarissime,
i
cittadini
avranno
modo
di
separarsi
consensualmente
in
un
termine
molto
più
breve
di
quello
attualmente
previsto.
Siamo
sicuri
che
la
previsione
premiale
dei
sei
mesi
prevista
per
i
procedimenti
consensuali
otterrà
anche,
come
effetto
tecnico-‐pratico,
una
significativa
deflazione
processuale.
Lo
Stato
potrebbe
risparmiare
fino
a
100
milioni
di
euro
ogni
anno
in
minori
costi
giudiziari,
evitando
di
affrontare
una
duplicazione
dei
procedimenti
a
distanza
di
almeno
tre
anni
gli
uni
dagli
altri
e
ciò
anche
perché,
stante
la
riduzione
temporale
del
termine
per
proporre
il
divorzio,
i
due
procedimenti
di
separazione
e
divorzio
si
potranno
riunire.
I
nuovi
termini,
infatti,
si
applicano
ai
procedimenti
di
scioglimento
e
cessazione
degli
effetti
civili
del
matrimonio
radicati
dopo
l'entrata
in
vigore
della
presente
legge,
ma
vengono
resi
applicabili
anche
per
le
separazioni
il
cui
procedimento
sia
ancora
pendente,
ampliando
così
la
possibilità
di
effettiva
fruibilità
di
questa
nuova
legge.
Tali
nuovi
termini
iniziano,
infatti,
a
decorrere
dal
deposito
della
domanda
di
separazione
e
non,
come
accade
oggi,
dalla
comparizione
dei
coniugi
di
fronte
al
presidente
del
tribunale
nella
procedura
di
separazione.
Questo
porterà
sicuramente
ad
una
accelerazione
dei
tempi
totali
dei
procedimenti
civili
di
separazione
e
divorzio,
che
oggi
sono
in
media
di
ben
cinque
anni
e
mezzo.
In
questa
proposta
di
legge
vengono,
altresì,
tutelati
i
diritti
dei
terzi
nei
confronti
dei
coniugi
in
regime
patrimoniale
di
comunione
dei
beni.
Lo
scioglimento
della
comunione
dei
beni
avrà,
infatti,
efficacia
nel
momento
in
cui
il
presidente
del
tribunale
autorizza
i
coniugi
a
vivere
separati
ovvero
alla
data
di
sottoscrizione
del
verbale
di
separazione
consensuale
dei
coniugi
avanti
al
presidente,
purché
poi
lo
stesso
venga
omologato
e
non
invece,
come
ora,
al
momento
della
definitività
della
separazione.
Sia
la
richiesta
di
separazione,
sia
l'esito
dell'udienza
presidenziale
potranno
essere
sin
da
subito
annotati
presso
il
registro
dello
stato
civile,
in
modo
tale
da
poter
esplicare
i
propri
effetti
di
pubblicità
nei
confronti
dei
terzi.
Noi
del
MoVimento
5
Stelle
manifestiamo
quindi
la
nostra
più
sincera
convinzione
dell'assoluta
necessità
del
progetto
sin
qui
sviluppato.
A
riprova
di
ciò,
come
già
detto,
non
presenteremo
emendamenti.
La
formulazione
del
testo
base
attuale
ci
vede
favorevoli,
anzi,
essendo
stati
parte
attiva
di
questa
proposta
di
legge,
auspichiamo
una
rapida
approvazione
della
proposta
in
esame.
Noi
ci
siamo,
ci
attendiamo
ed
invitiamo
quindi
il
Governo
e
la
maggioranza
a
confermare
anche
in
quest'Aula
la
volontà
già
espressa
in
Commissione,
approvando
questo
testo
base
nel
più
breve
tempo
possibile.
IRENE
TINAGLI.
Signor
Presidente,
il
provvedimento
che
ci
accingiamo
a
discutere
e
poi
ad
esaminare
in
Aula
sull'accorciamento
dei
termini
e
la
semplificazione
delle
procedure
per
arrivare
al
divorzio,
e
quindi
sullo
scioglimento
consensuale
del
rapporto
matrimoniale,
è
l'approdo
di
un
percorso
che,
come
già
è
stato
ricordato
dai
colleghi,
è
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