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arriva
per
la
terza
lettura
e
dico
subito
che
siamo
soddisfatti
perché
quella
che
oggi
diventerà
la
legge
sul
divorzio
breve
conserva
i
tratti
salienti
e
più
importanti
che
erano
nella
proposta
del
MoVimento
5
Stelle.
Faccio
riferimento,
in
particolare,
alla
durata
di
sei
mesi
dalla
separazione
al
divorzio
in
caso
di
consensuale,
termine
che
non
era
previsto
in
nessuna
delle
proposte
della
maggioranza.
Tuttavia
approfitterò
dell'analisi
dell'iter
di
questo
testo
unificato
per
sollevare
qualche
spunto
di
riflessione
che,
secondo
me,
va
sottolineato
su
quello
che
dovrebbe
e
potrebbe
fare
questo
Parlamento.
Sono
orgoglioso
di
aver
lavorato
ad
un
testo
unificato
che
oggi
diventerà
probabilmente
legge.
Questa
è
l'ambizione
più
alta
che
dovrebbe
avere
qualsiasi
parlamentare
seduto
qui:
fare
una
proposta,
di
seguirla
durante
tutto
l'iter
parlamentare,
di
valutare
le
critiche
in
un
confronto
con
le
altre
forze
politiche
e
cercare
di
migliorare
quella
legge
che
poi
diventerà
nel
suo
esito
finale
finalmente
legge.
Se
così
fosse,
se
fossimo
tutti
più
concentrati
nella
realizzazione
di
quell'ambizioso
percorso,
il
Parlamento
funzionerebbe
meglio
e
sicuramente
acquisterebbe
maggiore
dignità.
Purtroppo
però
quell'ambizione
non
è
condivisa
dai
partiti
e
spesso
dai
singoli
parlamentari.
Non
è
condivisa
certamente
da
una
delle
firmatarie
della
proposta
di
legge
originaria
la
ex
deputata
Alessandra
Moretti,
che,
dopo
essere
stata
addirittura
relatrice
in
prima
lettura
della
proposta
di
legge,
ha
trovato
il
tempo
e
il
modo
di
allontanarsi,
abbandonare
il
lavoro
che
aveva
iniziato
e
darsi
a
mirabolanti
promesse
su
quello
che
avrebbe
fatto
in
Europa
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
MoVimento
5
Stelle),
salvo
poi,
una
volta
eletta
in
Europa,
abbandonare
anche
quel
lavoro,
ammesso
che
abbia
avuto
il
tempo
di
iniziarlo,
e
darsi
a
mirabolanti
promesse
su
quello
che
vorrebbe
fare
in
Veneto.
Tra
queste
ovviamente,
di
fronte
alla
proposta
del
nostro
candidato
Jacopo
Berti
di
tagliarsi
lo
stipendio,
la
ex
collega
Alessandra
Moretti
invece
ha
immediatamente
chiarito
che
non
rientra
nelle
mirabilanti
promesse
e
che
non
intende
tagliarsi
lo
stipendio,
anzi
ha
dato
ai
colleghi
del
MoVimento
5
Stelle
dei
pagliacci.
Sono
orgoglioso
di
essere
uno
di
quei
pagliacci
che
si
taglia
però
lo
stipendio
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
MoVimento
5
Stelle).
Tornando
al
contenuto
della
proposta
di
legge
e
abbandonando
la
figura
nuova
che
non
è
più
del
saltimbanco
ma
è
del
saltapoltrona,
parliamo
della
proposta
di
legge
che
oggi
diviene
legge
e
che
certamente
nella
lettura
al
Senato
ha
avuto
qualche
miglioramento
come
la
disposizione
transitoria
che
la
rende
applicabile
immediatamente
anche
ai
procedimenti
in
corso.
Devo
dire
che
in
qualche
punto
è
stata
peggiorata.
Oggi
i
sei
mesi
o
l'anno
di
tempo
tra
la
separazione
e
il
divorzio
decorrono
dalla
prima
comparizione
davanti
al
presidente.
Questo
rischia
di
allungare
un
po’
i
tempi
ma,
nonostante
questo,
considerando
che
la
proposta
stava
per
arenarsi
al
Senato,
possiamo
ritenerci
soddisfatti
e
certamente
non
ostacola
il
voto
positivo
ad
un
testo
che,
ribadisco,
conserva
i
tratti
salienti
della
proposta
di
legge
del
MoVimento
5
Stelle.
C’è
un
fatto
che
vorrei
sottolineare:
questo
testo
unificato
di
proposte
di
legge
migliora
senza
dubbio
la
situazione
che
fino
ad
oggi
è
vigente
perché
abbrevia
i
termini,
quindi
migliora
la
situazione
processuale
in
cui
i
coniugi
si
trovano
una
volta
preso
atto
del
fallimento
del
loro
progetto
di
coppia.
Si
trovano
finalmente
lì
ma,
una
volta
che
sono
riusciti
a
trovare
una
soluzione
anche
consensuale,
sono
comunque
davanti
ad
un
giudice.
Questo
è
un
atteggiamento
serio
dello
Stato
che
si
prende
cura
dei
propri
cittadini
anche
in
un
momento
di
crisi
importante
e
garantisce
anche
mediante
la
presenza
di
un
giudice
che
nessuno
dei
due
coniugi
possa
prevaricare
sull'altro
in
assenza,
ad
esempio,
di
avvocati.
È
quello
che
purtroppo
non
è
stato
fatto
dal
Governo
in
occasione
del
cosiddetto
divorzio
dal
sindaco,
quello
che
prevede
che
lo
Stato
abbandoni
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