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che
potesse
accogliere
178
detenuti,
per
una
capienza
tollerabile
di
376
persone.
14.
Facendo
riferimento
alla
sentenza
Sulejmanovic
c.
Italia
(n.
22635/03,
16
luglio
2009)
e
ai
principi
giurisprudenziali
riguardanti
la
compatibilità
tra
le
condizioni
di
detenzione
e
il
rispetto
dei
diritti
garantiti
dall'articolo
3
della
Convenzione,
il
magistrato
di
sorveglianza
concluse
che
i
reclamanti
erano
esposti
a
trattamenti
inumani
per
il
fatto
che
dovevano
condividere
con
altri
due
detenuti
delle
celle
esigue
ed
erano
oggetto
di
una
discriminazione
rispetto
ad
altri
detenuti
che
condividevano
lo
stesso
tipo
di
cella
con
una
sola
persona.
stato
di
conservazione
e
di
pulizia.
I
locali
destinati
al
pernottamento
consistono
in
camere
dotate
di
uno
o
più
posti.
Particolare
cura
è
impiegata
nella
scelta
di
quei
soggetti
che
sono
collocati
in
camere
a
più
posti.
Agli
imputati
deve
essere
garantito
il
pernottamento
in
camere
ad
un
posto
a
meno
che
la
situazione
particolare
dell'istituto
non
lo
consenta.
Ciascun
detenuto
(...)
dispone
di
adeguato
corredo
per
il
proprio
letto.»
18.
Ai
sensi
dell'articolo
35
della
legge
n.
354
del
1975,
i
detenuti
possono
rivolgere
istanze
o
reclami
orali
o
scritti,
anche
in
busta
chiusa,
al
magistrato
di
sorveglianza,
al
direttore
dell'istituto
penitenziario,
nonché
agli
ispettori,
al
direttore
generale
per
gli
istituti
di
prevenzione
e
pena
e
al
Ministro
della
Giustizia,
alle
autorità
giudiziarie
e
sanitarie
in
visita
all'istituto,
al
presidente
della
Giunta
regionale
e
al
Capo
dello
Stato.
19.
Secondo
l'articolo
69
di
questa
stessa
legge,
il
magistrato
di
sorveglianza
è
competente
per
controllare
l'organizzazione
degli
istituti
di
prevenzione
e
pena
e
per
prospettare
al
Ministro
della
Giustizia
le
esigenze
dei
vari
servizi,
con
particolare
riguardo
alla
attuazione
del
trattamento
rieducativo
delle
persone
detenute
(comma
1).
Esercita
altresì
la
vigilanza
diretta
ad
assicurare
che
l'esecuzione
della
custodia
degli
imputati
sia
attuata
in
conformità
delle
leggi
e
dei
regolamenti
(comma
2).
Peraltro
ha
il
potere
di
impartire
disposizioni
dirette
ad
eliminare
eventuali
violazioni
dei
diritti
dei
condannati
e
degli
internati
(comma
5).
Il
giudice
decide
sul
reclamo
con
ordinanza
impugnabile
soltanto
per
cassazione.
B.
Giurisprudenza
interna
relativa
alla
possibilità
per
i
detenuti
di
chiedere
un
15.
Il
magistrato
trasmise
così
i
reclami
del
ricorrente
e
degli
altri
detenuti
alla
direzione
del
carcere
di
Piacenza,
al
Ministero
della
Giustizia
e
all'amministrazione
penitenziaria
competente
affinché
ciascuno
potesse
adottare
con
urgenza
le
misure
adeguate
nell'ambito
delle
proprie
rispettive
competenze.
16.
Nel
febbraio
2011
il
sig.
Ghisoni
fu
trasferito
in
una
cella
concepita
per
ospitare
due
persone.
II.
IL
DIRITTO
E
LA
PRASSI
INTERNI
PERTINENTI
A.
La
legge
sull'ordinamento
penitenziario
17.
L’articolo
6
della
legge
n.
354
del
26
luglio
1975
(«La
legge
sull'ordinamento
penitenziario»),
recita:
«I
locali
nei
quali
si
svolge
la
vita
dei
detenuti
e
degli
internati
devono
essere
di
ampiezza
sufficiente,
illuminati
con
luce
naturale
e
artificiale
in
modo
da
permettere
il
lavoro
e
la
lettura;
aerati,
riscaldati
ove
le
condizioni
climatiche
lo
esigono,
e
dotati
di
servizi
igienici
riservati,
decenti
e
di
tipo
razionale.
I
detti
locali
devono
essere
tenuti
in
buono
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