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quello
che
elimina
gli
automatismi
previsti
nel
secondo
e
terzo
comma
dell'articolo
275.
In
questo
caso,
noi
dobbiamo
ricordare
che
originariamente
l'intervento
era
stato
effettuato
per
l'associazione
a
delinquere
di
stampo
mafioso.
Si
trattava
di
un
intervento
straordinario
per,
diciamo
così,
l'eccezionalità
del
pericolo
e
del
fenomeno
che
affligge
soprattutto
il
nostro
territorio
nazionale,
ma,
ormai,
sappiamo,
non
soltanto
il
nostro
territorio.
Vorrei
sottolineare
che
questo
intervento
era
stato
dettato
non
tanto
dalla
gravità
dal
reato
–
questo
era
il
criterio
che
aveva
preso
a
riferimento
il
legislatore
–
quanto
dalla
pericolosità
e
quindi
dal
tipo
di
vincolo
associativo,
cioè
quello
di
stampo
mafioso,
che
si
riteneva,
nel
dettato
legislativo,
e
si
ritiene
–
sto
per
concludere
–
fintanto
che
non
venga
modificato,
un
vincolo
associativo
che
dettava
una
presunzione
sia
sulla
prova
della
sussistenza
dei
presupposti,
che
sull'adeguatezza
esclusiva
della
misura
cautelare.
Si
sono
sovrapposti
numerosi
interventi,
è
intervenuta
la
Corte
costituzionale
e
l'intervento
del
testo,
che
è
uscito
dalla
Commissione,
«normativizza»
l'intervento
della
Corte
costituzionale
tenendo
conto
anche
delle
indicazioni
specifiche
sulla
salvaguardia,
invece,
di
quel
dettato
legislativo
per
quanto
riguarda
questo
tipo
particolare
di
reato.
Concludo,
signor
Presidente,
rappresentante
del
Governo
e
colleghi
–
il
testo
scritto
poi
analizza
più
puntualmente
tutti
i
vari
aspetti
–
volendo
ricordare
che
si
tratta,
dopo
anni
di
dibattito
su
questi
temi
che
spesso
è
stato
influenzato
dalla
contingenza
di
fatti
di
cronaca
o
da
altro
tipo
di
avvenimenti,
finalmente
di
un
intervento
sistematico
che,
nel
pieno
del
dettato
costituzionale,
dà
attuazione
al
principio
di
non
colpevolezza
e
contemporaneamente
di
adeguatezza
di
interventi
a
tutela
della
sicurezza
della
collettività
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
Partito
Democratico).
Signor
Presidente,
chiedo
che
la
Presidenza
autorizzi
la
pubblicazione
in
calce
al
resoconto
della
seduta
odierna
del
testo
integrale
della
mia
relazione
(La
Presidenza
lo
consente,
sulla
base
dei
criteri
costantemente
seguiti).
PRESIDENTE.
Ha
facoltà
di
intervenire
il
rappresentante
del
Governo.
COSIMO
MARIA
FERRI,
Sottosegretario
di
Stato
per
la
giustizia.
Signor
Presidente,
il
Governo
ha
seguito
con
grande
interesse
questa
iniziativa
legislativa;
intendiamo
ringraziare,
quindi,
sia
il
presidente
della
Commissione
giustizia
che
i
due
relatori
e
tutti
i
componenti
che
si
sono
impegnati
nel
seguire
questo
testo.
Come
ha
detto
poc'anzi
l'onorevole
Rossomando
il
Ministero
della
giustizia
proprio
su
questo
tema,
ma
non
solo,
ha
istituito
due
commissioni
che
sono
state
citate:
la
commissione
presieduta
dal
presidente
della
corte
d'appello,
Giovanni
Canzio,
e
la
commissione
presieduta
dal
professor
Giostra,
attuale
membro
del
CSM.
Nel
testo
sono
ripresi
alcuni
punti
affrontati
anche
dalla
commissione
Canzio
la
cui
relazione
è
stata
consegnata
al
Ministro
della
giustizia.
Anche
secondo
il
Governo
questo
testo
presenta
diversi
aspetti
positivi,
che
i
relatori
hanno
già
illustrato.
Vorrei
sottoporre
nuovamente
all'attenzione
di
tutti
–
è
chiaro
che
poi
il
dibattito
parlamentare
potrà
arricchire
il
testo
e
migliorarlo
–
alcuni
punti
di
questo
provvedimento
che
sono
importanti
perché
riprendono
principi
sottolineati
dalla
Corte
costituzionale.
Il
legislatore,
quindi,
si
«inserisce»
anche
seguendo
e
cogliendo
alcuni
punti
delle
motivazioni
delle
sentenze
della
Corte
costituzionale.
Più
volte,
infatti,
la
Corte
ci
ha
detto
che
il
carcere
deve
essere
l’extrema
ratio,
che
tutte
le
misure
cautelari
devono
essere
applicate
dal
giudice
seguendo
il
criterio
di
scelta
del
minor
sacrificio
necessario.
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Ciò
costituisce
un
concetto
importante