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garantito),
il
diritto
all'istruzione
(raramente
garantito),
l'esenzione
da
misure
disciplinari
punitive
e
da
qualunque
trattamento
che
comprometta
la
possibilità
di
preparare
la
propria
difesa
è
molto
limitato.
Il
diritto
a
essere
controllati
da
personale
carcerario
selezionato
e
formato,
affinché
tenga
pienamente
conto
dello
status
particolare
e
dei
bisogni
di
questa
categoria
di
carcerati,
direi
che
non
c’è.
Il
confronto
con
le
condizioni
cui
sono
sottoposti
i
soggetti
ristretti
per
misure
cautelari
in
Italia,
insomma,
è
impietoso
e
pone
molte
domande.
Per
questo,
è
opportuno
procedere
largamente
e
rapidamente
all'approvazione
di
questo
provvedimento:
è
una
seconda
chance,
ma
direi
che
è
una
seconda
chance
per
il
Parlamento,
non
per
i
detenuti.
anzi,
sicuramente,
le
priorità
del
Paese
sono
altre.
Ed
è
appunto
questo
l'ennesimo
provvedimento,
l'ennesimo
provvedimento
asistematico,
che
viene
portato
all'attenzione
del
Parlamento
per
cercare
di
risolvere
il
tema
del
sovraffollamento.
Ricordo
in
questi
anni
tutti
i
tentativi
fatti,
cominciando,
ad
esempio,
dal
2010,
con
la
legge
dell'ex
Ministro
della
giustizia
Angelino
Alfano
e
il
successivo
decreto-‐legge
n. 211
del
2011:
fu
uno
dei
primi
provvedimenti
che
venne
utilizzato
e
adottato
per
poter
affrontare
e
risolvere
il
problema
del
sovraffollamento
delle
carceri,
problema
che
non
è
stato
assolutamente
risolto;
anzi,
oggi
siamo
in
pendenza
di
una
sentenza
della
Corte
europea
dei
diritti
dell'uomo
che
obbliga,
entro
il
28
maggio
2014,
il
nostro
Paese,
a
pena
di
infrazione,
ad
abbassare
il
numero
delle
presenze
in
carcere
da
68
mila
unità
–
64
mila
e
500
sono
gli
ultimi
dati
in
materia
di
sovraffollamento
delle
carceri
–
almeno
di
20
mila
unità.
I
provvedimenti
e
le
soluzioni
che
sono
state
adottate
si
sono
tutte
incanalate
all'interno
di
soluzioni
che
non
hanno
affrontato
in
maniera
sistematica
ed
organica
il
problema
del
sovraffollamento
delle
carceri,
che
è
stato
affrontato
con
provvedimenti
occasionali,
con
provvedimenti
«tampone»,
che
oggi
fanno
sì
che
il
problema
del
sovraffollamento
delle
carceri
persista.
Tant’è
che
noi
siamo
assolutamente
convinti
che,
prima
o
poi,
questo
Governo
e
questa
maggioranza,
anche
sull’input,
che
più
volte
viene
manifestato,
non
ultimo
la
settimana
scorsa,
da
parte
del
Capo
dello
Stato,
saranno
costretti
e
saranno
obbligati
a
dover
adottare
quei
provvedimenti
clemenziali
complessivi,
ovvero
l'indulto
o
un'amnistia,
per
poter
affrontare
il
tema
del
sovraffollamento
delle
carceri,
consapevoli
del
fatto
che
tale
problema
non
lo
si
affronta
con
provvedimenti
di
natura
emergenziale
e
con
provvedimenti
d'urgenza,
ma
lo
si
affronta
in
modo
strutturale
ed
organico,
come
noi
abbiamo
sempre
proposto
e
come
deputato
Molteni.
Ne
ha
facoltà.
PRESIDENTE.
È
iscritto
a
parlare
il
NICOLA
MOLTENI.
Signor
Presidente,
intervengo
utilizzando
il
tempo
che
il
gruppo
della
Lega
Nord
ha
a
disposizione
su
questo
provvedimento
facendo
anche
alcune
considerazioni
più
complessive,
non
solo
legate
al
provvedimento
stesso
inerente
alla
carcerazione
preventiva.
Credo
che
questo
provvedimento
sia
l'ennesimo
provvedimento,
l'ennesimo
disegno
di
legge,
che
parte
da
un
presupposto
che
è
il
problema
del
sovraffollamento
delle
carceri.
Un'emergenza
chiara,
un'emergenza
evidente,
che,
in
questi
anni,
soprattutto
in
questi
ultimi
due
o
tre
anni,
è
stata
affrontata
attraverso
tutta
una
serie
di
provvedimenti
d'urgenza
che
non
hanno
assolutamente
risolto
il
problema
del
sovraffollamento
delle
carceri.
In
modo
particolare,
in
questi
sette
mesi
di
Governo
Letta,
il
tema
delle
carceri
è
stato,
non
solo
per
quanto
riguarda
il
tema
della
giustizia
in
generale,
ma
anche
per
quanto
riguarda
l'azione
di
governo
complessiva
dell'Esecutivo,
il
tema
principale,
senza
vedere
e
senza
tenere
in
considerazione
il
fatto
che,
probabilmente,
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