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ad
un
altro
tema,
un
altro
valore
costituzionale
a
nostro
avviso
particolarmente
importante,
che
è
il
principio
della
sicurezza
dei
cittadini.
È
un
principio
che
riportiamo
oggi
all'attenzione
del
Parlamento
soprattutto
alla
luce
dei
numeri
che
dicono
che,
soprattutto
con
riferimento
a
determinati
reati,
e
in
modo
particolare
nei
confronti
dei
reati
predatori,
furti,
furti
in
abitazione
e
rapine,
il
numero
dei
delitti
è
in
netto
aumento.
Quindi,
la
risposta
che
la
politica,
in
questo
caso
il
Governo
da
un
lato
e
il
Parlamento
dall'altro,
dovrebbero
dare
con
riferimento
a
questi
reati
non
è
e
non
può
essere
l'approvazione
di
indulti
e
amnistie
o
di
indulti
mascherati.
Prima
il
collega
Daniele
Farina,
che
ascolto
sempre
con
grande
attenzione,
diceva
che
siamo
stati
costretti
a
sentire
che,
rispetto
ai
provvedimenti
che
abbiamo
approvato,
sono
stati
approvati
degli
«indulti
mascherati».
Io
non
credo
che
siamo
stati
costretti
ad
ascoltare,
soprattutto
da
parte
della
Lega,
anzi
esclusivamente
da
parte
della
Lega,
la
contestazione
che
questi
provvedimenti
dovevano
essere
«bollati»
come
degli
indulti
mascherati.
Io
credo
che
siano
stati
i
cittadini
italiani,
sopratutto
le
persona
oneste,
soprattutto
le
persone
perbene,
sopratutto
le
vittime
di
questi
reati,
che
sono
stati
costretti
a
subire
questi
provvedimenti,
che
rispetto
alla
finalità
non
hanno
nemmeno
raggiunto
lo
scopo
che
si
erano
prefissi.
Quindi,
la
Lega
dice
«no»
a
qualunque
tipo
di
politica
buonista.
La
Lega
dice
«no»
–
e
lo
dice
nelle
aule
parlamentari
e
lo
dirà,
lo
ha
detto
e
lo
continuerà
a
dire
anche
nelle
piazze
–
a
qualunque
tipo
di
atto
clemenziale,
siano
essi
indulti
o
amnistie.
Voglio
ricordare
che
dal
1942
ad
oggi
sono
stati
approvati
qualcosa
come
30-‐32
atti
di
amnistia
ed
indulto,
tra
l'altro
atti
mai
accompagnati
da
vere
e
proprie
riforme
della
giustizia
penale
e
che
non
hanno
assolutamente
prodotto
i
risultati
che
ci
si
aspettava.
Per
cui
–
ed
è
l'invito
che
rivolgo
al
sottosegretario
Ferri
–
io
credo
che
i
problemi
della
giustizia
italiana
siano
altri,
credo
che
i
problemi
della
giustizia
italiana
e,
conseguentemente,
i
problemi
dei
cittadini
italiani,
che
si
imbattono
quotidianamente
nel
funzionamento
del
sistema
giustizia,
siano
altri.
Invitiamo
il
Governo
ad
approfondire
altri
temi.
Come
ricordava
prima
il
collega
del
MoVimento
5
Stelle,
noi
siamo
in
un
Paese
dove
abbiamo
9
milioni
di
processi
pendenti
(5,5
milioni
procedimenti
civili
e
3,5
penali).
Siamo
un
Paese
dove
per
arrivare
ad
una
sentenza
definitiva
in
terzo
grado
in
ambito
civile
servono
3
mila
giorni
e
il
Doing
Business
dice
che
l'Italia
è
al
168o
posto
al
mondo,
dopo
Paesi
del
Terzo
mondo,
per
quanto
riguarda
il
funzionamento
e
l'efficienza
del
sistema
giustizia.
Abbiamo
una
riforma
della
geografia
giudiziaria
che
sta
creando
disfunzioni
in
ogni
angolo
del
Paese,
disfunzioni
che
ricadono
poi
inevitabilmente
sul
funzionamento
del
sistema
giustizia
e
quindi
poi
creano
disagi
a
cittadini
ed
imprese
nel
momento
in
cui
devono
chiedere
ed
ottenere
giustizia.
Queste
sono
le
riforme
rispetto
alle
quali
un
Governo
dovrebbe
impegnarsi,
riforme
ordinarie
e
riforme
costituzionali
che,
caduto
l'alibi
di
Berlusconi,
devono
necessariamente
tornare
all'attenzione
del
Parlamento.
Credo
che
questo
Parlamento,
in
modo
particolare
il
Governo
non
sarà
nelle
condizioni
di
affrontare
queste
riforme,
alla
luce
del
dibattito
che
abbiamo
avuto
nell'ultimo
mese
sul
Ministro
Cancellieri.
Credo
che
per
fare
le
riforme
strutturali,
serie
ed
organiche,
che
il
sistema
giustizia
merita,
serva
un
Ministro
forte,
serva
un
Ministro
autorevole,
serva
un
Ministro
nella
pienezza
e
nella
legittimità
delle
sue
funzioni,
cosa
che
oggi
il
Ministro
Cancellieri
non
è.
Per
cui,
con
riferimento
esclusivo
a
questo
provvedimento,
come
abbiamo
già
fatto
in
Commissione,
come
faccio
adesso
nell'illustrazione
generale
del
provvedimento
e
come
faremo
poi
nella
discussione
sugli
emendamenti
–
e
mi
auguro
venga
fatto
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