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lo
ribadiamo
visto
che
l'occasione
ci
porta
anche
ad
affrontare
in
modo
complessivo
il
problema
delle
carceri
–
130
euro
al
giorno
alle
casse
del
nostro
Paese.
È
lì:
invitiamo
il
sottosegretario,
visto
che
ogni
tanto
il
Ministro
della
giustizia
si
ricorda
anche
che
c’è
questo
aspetto,
ricorda
anche
che
abbiamo
24
mila
detenuti
stranieri,
però
vediamo
che
alle
parole
non
seguono
i
fatti.
Ovviamente
il
Ministro
non
c’è,
quindi
mi
rivolgo
al
sottosegretario.
Crediamo
anche
che
il
Ministro
si
debba
astenere,
per
rispetto
nei
confronti
delle
vittime
dei
reati,
da
alcune
affermazioni
o
dalla
sottoscrizione
di
alcuni
protocolli,
come
sta
facendo
in
questi
giorni,
non
ultimo
il
protocollo
sottoscritto
con
il
CONI
relativo
alla
possibilità
di
poter
costruire,
all'interno
delle
carceri,
degli
impianti
sportivi.
Vorremmo
che
i
soldi
stanziati
per
poter
costruire
degli
impianti
sportivi
all'interno
delle
carceri
venissero
utilizzati
o
per
la
costruzione
delle
carceri
stesse
o
per
l'ampliamento
dei
padiglioni
all'interno
delle
carceri
o,
magari
per
costruire,
palestre
all'interno
delle
scuole.
Abbiamo
ribadito
e
abbiamo
ricordato
al
Ministro
che
le
carceri
non
sono
delle
Spa,
non
sono
dei
centri
benessere.
Il
detenuto
merita
di
poter
condurre,
di
poter
espiare
la
propria
pena
all'interno
del
carcere
nel
rispetto
della
propria
dignità
umana.
È
detenuto,
ha
sbagliato,
paga
ma
la
dignità
umana
è
assolutamente
un
bene
e
un
valore
preziosissimo,
quindi
il
detenuto
deve
scontare
evidentemente
la
propria
pena
nel
rispetto
della
propria
vita
umana,
però
trasformare
le
carceri,
che
sono
comunque
fino
a
prova
contraria
un
luogo
di
espiazione
della
pena,
in
un
centro
benessere
come
vorrebbe
il
Ministro
attraverso
le
dichiarazioni
che
ultimamente
ha
fatto,
crediamo
che
sia
la
dimostrazione
di
un
Ministro
che,
sotto
questo
aspetto
specifico
e
particolare,
non
vive
in
maniera
compiuta
la
realtà
umana.
Diciamo
«no»,
un
«no»
secco,
un
«no»
risoluto,
un
«no»
determinato
a
qualunque
ipotesi
di
indulto
e
a
qualunque
ipotesi
di
amnistia.
Credo
che
questo
Governo
nel
momento
in
cui
avrà
la
certificazione,
cosa
che
sta
avendo
tutt'oggi,
del
fallimento
di
tutti
i
provvedimenti
che
sino
ad
oggi
sono
stati
approvati,
sarà
costretto
e
sarà
obbligato
anche
a
intraprendere
quel
percorso
di
clemenza
generalizzata
nei
confronti...
In
quel
caso,
l'opposizione
della
Lega
sarà
dura,
durissima
all'interno
delle
Aule
parlamentari
e
sarà
durissima
anche
nelle
piazze
del
Paese,
perché
crediamo
non
sia
questo
lo
strumento
per
risolvere
il
problema
del
sovraffollamento
delle
carceri
e
sarebbe
l'ennesimo
nuovo
colpo
mortale
al
valore
e
al
principio
della
sicurezza
dell'ordine
pubblico
dei
nostri
cittadini;
cittadini
che
oggi
ci
chiedono
più
sicurezza
e
meno
indulti.
Quindi,
questa
è
l'occasione
per
noi
per
poterlo
ribadire.
Concludo,
dicendo
che,
sino
ad
oggi,
le
politiche
di
questo
Governo
e
del
precedente
in
materia
di
carceri
sono
state
totalmente
fallimentari.
L'insistenza
di
adottare
nuovi
provvedimenti
in
tale
materia
non
è
nulla
di
più
che
la
certificazione
che
il
problema
del
sovraffollamento
delle
carceri
non
lo
si
risolve
con
questi
provvedimenti
«tampone»
ed
occasionali,
ma
con
altri
tipi
di
strumenti
molto
più
strutturali
e
molto
più
organici.
La
nostra
considerazione
–
e
concludo
veramente
–
sul
provvedimento
della
carcerazione
preventiva
oggi
in
discussione
è
ad
oggi
di
contrarietà
rispetto
alle
modifiche
di
smantellamento
della
custodia
cautelare
in
carcere.
Siamo
disponibili
eventualmente
ad
un
confronto,
laddove
i
nostri
emendamenti,
in
modo
in
particolare
quelli
riferiti
all'articolo
275,
comma
3,
del
codice
di
procedura
penale
dovessero
trovare
da
parte
dei
relatori,
della
maggioranza
e
del
Comitato
dei
nove
una
corrispondenza,
rispetto
alla
volontà
di
limitare
l'abuso
della
carcerazione
preventiva,
ma
non
quello
di
smantellare
in
toto
le
misure
di
carcerazione
preventiva
in
carcere.
PRESIDENTE.
È
iscritta
a
parlare
la
86