Page 87 - Microsoft Word - Libertas.doc
P. 87
deputata
Morani.
Ne
ha
facoltà.
ALESSIA
MORANI.
Signor
Presidente,
onorevoli
colleghi,
quella
che
discutiamo
oggi
è
una
riforma
di
grande
civiltà
di
cui
in
Italia
discutiamo
da
anni,
senza
che
però
nessuna
forza
politica
se
ne
sia
mai
fatta
carico
davvero.
Abbiamo
vissuto
fino
ad
oggi
in
un
paese
in
cui
si
compiono
analisi
impietose
delle
questioni
che
non
vanno
senza
mai
però
avere
il
coraggio
e
la
volontà
di
cambiarle.
Oggi
invece
i
nostri
cittadini
sono
stanchi
di
una
politica
che
fa
proclami
e
non
agisce
ed
il
Partito
democratico
si
prende
la
responsabilità
di
questa
riforma.
Il
Partito
democratico,
che
è
maggioranza
in
questa
Camera,
ci
mette
la
faccia
perché
sono
convinta
che
non
ci
si
può
definire
riformisti
senza
farle
per
davvero
le
riforme.
Dicevo,
questa
riforma
l'aspettiamo
da
tempo
e,
a
causa
di
ritardi
e
di
maggioranze
politiche
incapaci
di
dare
risposte,
nel
frattempo
la
Corte
europea
ha
condannato
lo
Stato
italiano
per
gravi
violazioni
di
diritti
umani
nel
trattamento
dei
detenuti;
del
resto,
come
altro
si
può
chiamare
una
condizione
per
la
quale
moltissimi
dei
77
mila
esseri
umani
sono
costretti
a
vivere
in
meno
di
tre
metri
quadrati
ciascuno ?
Lo
dico
all'onorevole
Molteni:
3
metri
quadrati
ciascuno
non
assomiglia
per
niente
ad
una
spa
o
ad
un
centro
benessere.
Assomiglia
più
ad
un
luogo
di
tortura
che
ad
un
luogo
dove
si
sta
bene.
Ma
quando
il
40
per
cento
di
questi
e
cioè
circa
26
mila
detenuti
sono
in
carcere
senza
avere
ancora
ricevuto
una
condanna
definitiva,
allora
lo
Stato
non
solo
si
rende
colpevole
di
infliggere
condizioni
di
vita
degradanti
ma
si
rende
responsabile
della
violazione
di
diritti
costituzionali
e
di
libertà
dell'individuo.
Diritti
questi
su
cui
si
fonda
ogni
democrazia,
degna
di
questo
nome.
Per
troppi
anni
ho
ascoltato
forze
politiche
riempirsi
la
bocca
con
la
parola
«libertà»;
oggi
qualcuno
ne
fa
addirittura
una
missione.
Ma
la
libertà
non
la
si
deve
affermare:
la
si
deve
praticare.
Onorevoli
colleghi,
ci
troviamo
di
fronte
perciò
ad
un
vulnus,
ad
una
solco
profondo
che
si
instaura
fra
le
libertà
civili
e
i
poteri
dello
Stato.
Se
il
40
per
cento
dei
detenuti
presenti
nelle
nostre
carceri
è
in
attesa
di
giudizio,
allora
significa
che
il
Parlamento
ha
il
dovere
di
esprimersi
per
garantire
il
rispetto
del
principio
stesso
su
cui
si
basa
la
democrazia
e
cioè
quello
della
libertà
del
cittadino.
Del
resto,
è
significativo
che
il
nostro
Presidente
della
Repubblica
abbia
voluto
esprimere
a
questo
Parlamento
tutta
la
sua
preoccupazione
per
una
situazione
di
enorme
gravità
e
violazione
dei
principi
costituzionali.
Desidero,
quindi,
ringraziare
il
Capo
dello
Stato
per
averci
ricordato
con
il
suo
alto
monito
la
necessità
di
porre
fine,
senza
indugio
alcuno,
a
una
perdurante
incapacità
dell'Italia
nel
garantire
i
diritti
dei
detenuti
in
attesa
di
giudizio:
incapacità,
questa,
che
non
solo
frustra
il
principio
costituzionale
del
carattere
rieducativo
della
pena,
ma
ci
pone
anche
in
una
condizione
umiliante
sul
piano
internazionale.
Quello
in
discussione
oggi
è
un
provvedimento
che
rappresenta
una
riforma
strutturale
e
non
occasionale,
che
non
solo
inciderà
sul
sovraffollamento
carcerario,
ma
che
ripristinerà
anche
una
cultura
delle
cautele
penali
fondata
sul
pieno
rispetto
del
principio
costituzionale
della
presunzione
di
non
colpevolezza.
L'obiettivo
di
questa
proposta
di
legge
è
chiaro:
restituire
natura
di
estrema
ratio
alla
carcerazione
preventiva,
rendendo
però
più
stringenti
i
presupposti
e
le
motivazioni,
e
ampliando,
al
contrario,
le
misure
alternative
alla
custodia
in
carcere.
Oggi,
date
le
tre
condizioni
per
l'imposizione
delle
esigenze
cautelari,
e
cioè
il
pericolo
di
inquinamento
della
prova,
il
pericolo
di
fuga
e
il
pericolo
di
reiterazione
del
reato,
l'effettiva
valutazione
della
necessità
delle
stesse
dipende
in
larga
misura
dalla
discrezionalità
del
giudice.
I
dati,
purtroppo,
ci
dicono
che
di
questa
discrezionalità
si
è
a
lungo
usato
ed
in
molti
casi
abusato.
Il
nostro
lavoro
in
Commissione
è
andato
proprio
in
questa
direzione:
limitare
87