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procedimento
di
rivalsa.
Un
avvocato
liberale
non
può
immaginare
che
un
giudice
debba
essere
vincolato
nelle
sue
decisioni.
La
nostra
magistratura
è
per
gran
parte
seria,
sana,
saggia
e
corretta.
Quando
avete
parlato
di
ferie
dei
magistrati,
io,
per
la
verità,
non
mi
sono
appassionato
al
tema,
tant'è
che
non
sono
intervenuto
perché
il
giudice
lavora
anche
a
casa
quando
stila
le
proprie
sentenze.
Non
è
attraverso
la
riduzione
del
periodo
di
ferie
dei
giudici
che
si
risolve
il
problema
della
giustizia.
Sul
provvedimento
di
questa
mattina,
anche
dal
centrodestra,
non
può
che
esserci
una
voce
equilibrata
per
uscire
da
quel
contesto
di
conflitto
di
cui
ho
fatto
cenno
all'inizio
del
mio
intervento.
Noi
non
siamo
animati
da
rancore
o
da
pretese
riparatorie
nei
confronti
della
magistratura
italiana.
Noi
riteniamo
che
una
gran
parte
della
magistratura
italiana
sia
meritevole
del
nostro
ossequio
e
del
nostro
rispetto.
Una
piccola
frangia
di
questa
magistratura
d'assalto
non
può
determinare
la
volontà
del
legislatore
di
immaginare
leggi
che
vadano
a
penalizzare
e
a
limitare
l'attività
giurisdizionale
dell'intera
magistratura.
Colleghi,
sono
passati
circa
trent'anni
da
questo
conflitto.
Io,
dal
mio
punto
di
vista,
dico:
ora,
per
favore,
basta.
Le
conseguenze
culturali
che
questo
contrasto
tra
politica
e
magistratura
ha
causato
sono
enormi
e
le
ha
patite
il
cittadino,
il
mio
Paese,
il
nostro
Paese,
sotto
il
profilo
della
nostra
immagine
internazionale.
Ora
basta.
Un
giudice
decida
le
controversie,
le
cause
penali,
adotti
i
provvedimenti
in
una
condizione
di
serenità,
ma
sapendo
che
agendo
con
dolo
o
con
colpa
grave
può
rischiare
appunto
una
condanna
al
relativo
risarcimento.
Questa
è
la
visione
e
l'atteggiamento
complessivo
che
si
deve
avere
nell'affrontare
questo
delicato
problema.
È
un
atteggiamento
equilibrato.
Il
senatore
Caliendo
ha
come
sempre
-‐
devo
dargliene
atto
-‐
presentato
degli
emendamenti
che
sono
di
assoluta
ragionevolezza.
In
questo
momento
potrei
dire
che
il
provvedimento
nel
suo
insieme
non
mi
soddisfa
ma
non
perché
volevo
le
forche
per
i
giudici,
ma
perché
fa
e
non
fa.
Per
dare
una
risposta
all'Europa,
mi
domando:
è
scema
l'Europa
quando
noi
le
diamo
risposte
di
questo
tipo
o
siamo
noi,
Parlamento
italiano,
estremamente
furbi
da
raggirare
e
da
dare
la
sensazione
di
aver
dato
una
risposta
quando
invece
non
l'abbiamo
fatto?
Attendiamo
di
vedere
l'atteggiamento
della
maggioranza,
del
relatore
e
del
Governo,
per
capire
se
si
ritiene
di
accogliere
la
nostra
collaborazione
-‐
la
collaborazione
di
Forza
Italia
-‐
attraverso
gli
emendamenti
dei
miei
colleghi,
Caliendo
ed
altri,
per
esprimere
un
giudizio
complessivo
finale
sulla
nostra
posizione
in
relazione
a
questo
delicato
provvedimento
odierno.
(Applausi
dal
Gruppo
FI-‐PdL
XVII).
PRESIDENTE.
È
iscritta
a
parlare
la
senatrice
Ricchiuti.
Ne
ha
facoltà.
RICCHIUTI
(PD).
Signor
Presidente,
onorevoli
colleghi,
il
provvedimento
che
oggi
discutiamo
-‐
diciamo
la
verità
-‐
non
era
in
cima
alle
priorità
della
nostra
attività
legislativa.
Roberto
Saviano,
l'altra
sera,
da
Fabio
Fazio,
ci
ha
ricordato,
ove
ve
ne
fosse
stato
bisogno,
che
le
priorità
sono
le
leggi
sull'autoriciclaggio,
sul
falso
in
bilancio
e
sul
regime
della
prescrizione
dei
reati.
Le
priorità
per
il
pianeta
giustizia
sono
poi
altre:
bisogna
stabilizzare
i
precari
che
da
anni
lavorano
e
tamponano
le
falle
aperte
dal
blocco
del
turnover
e
bisogna
pagare
gli
straordinari
ai
cancellieri
che
se
ne
vanno
a
casa
alle
due
e
rendono
i
nostri
tribunali,
al
pomeriggio,
dei
castelli
vuoti
dall'aspetto
spettrale.
Invece
mafia
e
'ndrangheta
non
si
fermano
mai:
lavorano
h24.
Signori
del
Governo
e
presidente
Renzi,
prendete
una
buona
volta
coscienza
di
queste
cose:
la
buona
politica
è
anche
questo,
soprattutto
questo.
Che
cosa
dice
il
provvedimento
che
stiamo
esaminando?
Cose
francamente
un
poco
banali
e
ovvie;
non
mi
scandalizzano.
Si
propone
di
introdurre
una
modificazione
della
legge
n.
117
del
1988,
togliendo
il
filtro
di
ammissibilità
della
domanda
risarcitoria
e
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