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Seduta
del
Senato
della
Repubblica
n.
354
(ant.)
del
19/11/2014
Seguito
della
discussione
dei
disegni
di
legge:
(1070)
BUEMI
ed
altri.
-‐
Disciplina
della
responsabilità
civile
dei
magistrati
(315)
BARANI.
-‐
Modifiche
alla
legge
13
aprile
1988,
n.
117,
in
materia
di
responsabilità
civile
dei
magistrati
(374)
BARANI.
-‐
Modifiche
alla
legge
13
aprile
1988,
n.
117,
in
materia
di
responsabilità
civile
dei
magistrati
(Relazione
orale)
(ore
16,38)
PRESIDENTE.
L'ordine
del
giorno
reca
il
seguito
della
discussione
dei
disegni
di
legge
nn.
1070,
315
e
374.
Ricordo
che
nella
seduta
antimeridiana
il
relatore
ha
svolto
la
relazione
orale
e
ha
avuto
inizio
la
discussione
generale.
Avverto
che
gli
emendamenti
1.100
e
5.109
sono
stati
ritirati.
È
iscritto
a
parlare
il
senatore
Lumia.
Ne
ha
facoltà.
LUMIA
(PD).
Signora
Presidente,
colleghi,
anche
la
responsabilità
civile
dei
magistrati
s'inserisce
nel
più
ampio
e
complessivo
processo
di
riforma
che
sta
finalmente
coinvolgendo
la
giustizia
italiana.
La
responsabilità
civile
dei
magistrati,
insieme
alla
riforma
della
giustizia
civile,
che
abbiamo
già
affrontato
in
quest'Aula,
e
insieme
ad
altri
provvedimenti
che
affronteremo,
tra
i
quali
ricordo
in
modo
particolare
le
misure
contro
la
corruzione
e
le
mafie,
costituisce
un
punto
fondamentale
della
riforma
della
giustizia
italiana.
Vorrei,
colleghi,
che
si
prestasse
attenzione
sul
cambio
del
contesto
dentro
cui
collochiamo
le
riforme
sulla
giustizia.
Il
vecchio
contesto
metteva
in
conflitto
la
politica
con
la
magistratura,
ma
soprattutto
metteva
in
conflitto
le
istituzioni
con
un
cardine
costituzionale
inviolabile,
specie
nella
vita
e
nella
storia
democratica
del
nostro
Paese
sancita
dalla
nostra
Costituzione:
l'indipendenza
e
l'autonomia
della
magistratura.
Il
conflitto
con
tale
valore
di
portata
costituzionale
lo
dobbiamo
mettere
alle
nostre
spalle.
Non
è
facile
e
ci
sono
ancora
pendenze
che
vanno
in
tale
direzione,
ma
è
bene
che
tutti
insieme
svoltiamo
e
lasciamo
veramente
alle
nostre
spalle
un
conflitto
così
devastante,
che
reca
solo
danno
alla
nostra
società
e
ai
nostri
cittadini.
Qual
è
la
nuova
dinamica
che
tutti
dobbiamo
contribuire
a
costruire
e
promuovere?
È
la
riforma
della
giustizia
al
servizio
dei
cittadini.
È
un'altra
dinamica,
è
un
altro
passo.
I
cittadini
oggi
chiedono
più
garanzie,
maggiore
sicurezza
e
nello
stesso
tempo
una
giustizia
più
veloce
e
scattante.
Una
giustizia
in
grado,
in
tempi
seri,
che
sono
quelli
della
modernità,
cioè
in
tempi
certi,
di
poter
fornire
una
reale
definizione
del
contenzioso
e
del
diritto
che
ritiene
violato.
Ecco
perché
dobbiamo
entrare
in
questo
nuovo
contesto:
basta
con
la
guerra
e
con
il
rovinoso
conflitto
a
somma
zero,
sì
ad
una
nuova
dinamica
di
riforme
radicali,
innovative
e
al
contempo
prive
di
una
dimensione
conflittuale
devastante.
In
questa
nuova
fase,
è
chiaro
che
il
dialogo
si
fa
serrato
e
ci
può
essere
anche
lo
spazio
per
visioni
diverse,
che
non
vanno
demonizzate.
Ci
può
essere
anche,
addirittura,
un
certo
tasso
di
conflitto
con
la
stessa
magistratura,
ma
esso
è
diverso
rispetto
a
quello
passato,
perché
la
nuova
dimensione,
che
potrebbe
anche
avere
un
certo
livello
di
conflittualità,
non
ha
più
davanti
l'obiettivo
di
mettere
in
discussione
l'autonomia
e
l'indipendenza
della
magistratura.
L'obiettivo
è
invece
quello
di
far
crescere
il
livello
di
tutela,
la
sicurezza
e
la
velocità
e
soprattutto
l'affidabilità,
in
riferimento
alla
giustizia
civile,
del
nostro
Paese
per
poter
attrarre
investimenti
e
garantire
la
libera
concorrenza,
mettendo
alle
nostre
spalle
l'idea
della
«Italietta»
che
trucca
i
bilanci
e
fa
del
vizio
dell'illegalità
il
suo
punto
di
forza,
laddove
tale
vizio
si
è
dimostrato
essere
il
suo
punto
di
debolezza.
Ecco
dove
si
inserisce
la
responsabilità
civile
dei
magistrati.
Colleghi,
l'Europa
dice
chiaramente
no
alla
responsabilità
diretta
dei
magistrati.
Non
c'è
alcun
Paese
in
Europa
dove
essa
sia
prevista
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