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importanti,
al
di
là
del
confronto
parlamentare
e
di
ciò
che
emergerà
dal
successivo
confronto
sui
singoli
emendamenti.
Nel
testo
viene
infatti
confermata
la
responsabilità
indiretta
del
magistrato:
su
questa
questione
non
ci
devono
essere
equivoci
e
mi
pare
dunque
che
si
confermi
la
linea
della
riforma
Vassalli.
Togliamo
dunque
dal
campo
gli
eventuali
equivoci
che
sono
stati
introdotti
nella
discussione
precedente.
Il
punto
essenziale
della
riforma
in
esame
è
la
rimozione
del
filtro,
quindi
non
ci
sono
più
impedimenti,
se
non
quelli
che
derivano
dall'accertamento
dei
fatti
attraverso
il
processo
e
quindi
dalle
conclusioni
a
cui
il
giudice
arriverà,
nell'accertare
la
responsabilità
dello
Stato
e
in
seguito
la
responsabilità
del
magistrato.
È
stato
previsto
l'allargamento
delle
fattispecie
della
colpa
grave,
che
sono
state
ampliate
e
in
alcuni
casi
individuate
meglio.
La
responsabilità
civile
per
colpa
grave
è
estesa
non
soltanto
ai
fatti
connessi
alla
limitazione
della
libertà
personale,
ma
anche
ai
fatti
di
carattere
non
patrimoniale,
morale
e
anche
con
riferimento
ad
atti
che
non
sono
intervenuti
sulla
limitazione
delle
persone,
ma
sui
beni,
quindi
ad
una
serie
di
fattispecie
che
in
precedenza
non
erano
previste.
In
particolare,
è
aumentato
il
limite
della
rivalsa
nei
confronti
del
magistrato
che
ha
commesso
il
fatto,
da
un
terzo
alla
metà
dello
stipendio
annuo
netto,
all'epoca
dell'azione
di
ricorso.
Viene
confermata
la
responsabilità
contabile,
che
viene
applicata
anche
in
queste
situazioni.
Quindi
si
riconsidera
complessivamente
la
situazione
che
in
questi
anni
ha
impedito
di
arrivare
a
una
significativa
azione
di
rivalsa
nei
confronti
dei
magistrati,
ma
anche
di
accertamento
della
responsabilità
civile
dello
Stato.
Questo
è
infatti
il
primo
obbiettivo,
quello
di
dare
ai
cittadino
la
possibilità
di
agire
nei
confronti
dello
Stato,
quando
un
suo
servitore
commette
un
fatto
di
colpa
grave.
È
evidente
infatti
che
per
quanto
riguarda
il
dolo
non
ci
sono
limitazioni:
in
caso
di
accertamento
positivo
del
dolo,
non
esiste
limitazione
alcuna.
Con
queste
considerazioni
e
con
i
contributi
che
potrebbero
derivare
dalla
fase
successiva,
anche
in
caso
di
approvazione
degli
emendamenti
presentati,
sui
quali
il
relatore
e
il
Governo
esprimeranno
il
proprio
giudizio,
credo
che
si
possa
avviare
la
fase
conclusiva
di
questa
azione,
che
da
anni
viene
attesa
dal
nostro
Paese
e
da
tutti
i
cittadini.
PRESIDENTE.
Ha
facoltà
di
parlare
il
rappresentante
del
Governo.
COSTA,
vice
ministro
della
giustizia.
Signor
Presidente,
il
dibattito
è
stato
molto
serrato
e
ovviamente
c'erano
posizioni
di
partenza
diverse
su
questo
provvedimento,
come
dimostrano
i
diversi
disegni
di
legge
che
sono
stati
presentati;
differenti
posizioni
che
si
evincono
anche
dagli
emendamenti
presentati.
Dal
1988
ad
oggi
si
è
più
volte
affermata
l'inefficacia
della
legge
Vassalli
e
si
è
più
volte
tentato,
nei
due
rami
del
Parlamento,
di
modificare
questa
normativa,
per
renderla
efficace
e
per
fare
in
modo
che
fosse
realmente
un
meccanismo
capace
di
risarcire
le
situazioni
che
lo
meritassero.
Non
si
è
però
mai
arrivati
alla
discussione
in
sede
di
Aula
parlamentare
per
affermare
queste
esigenze,
attraverso
una
modifica
normativa.
Oggi
è
un'ottima
occasione
sotto
questo
profilo.
Il
testo
arriva
già
con
delle
novità
notevoli.
Mi
riferisco
innanzitutto
all'abolizione
del
filtro,
che
è
lo
scoglio
su
cui
si
sono
infrante
molte
delle
istanze
per
ottenere
un
risarcimento.
Penso
che
attraverso
questa
novità
-‐
mi
pare
che
non
ci
siano
emendamenti
che
tendano
a
riproporlo
-‐
si
potrà
registrare
un
notevole
risultato
anche
numerico,
anche
perché
fino
ad
oggi
si
possono
contare
sulle
dita
di
una
mano
le
situazioni
di
risarcimento
con
rivalsa
successiva.
Questo
dimostra
che
coloro
che
oggi
hanno
evidenziato
la
necessità
di
un
cambio
di
passo
sotto
il
profilo
di
questa
legge
hanno
colto
nel
segno.
Come
fare
questo
cambio
di
passo?
Non
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