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dall'Unione?
(Applausi
dal
Gruppo
GAL
e
del
senatore
Milo).
Ma
di
che
parliamo?
Quando
non
si
è
in
grado
di
svolgere
funzioni
così
delicate,
bisogna
avere
l'umiltà
di
non
accettare
determinati
incarichi.
(Applausi
del
senatore
D'Anna.
Commenti
dal
Gruppo
PD).
PRESIDENTE.
Credo
che
si
sia
arrivati
ad
un
chiarimento:
con
l'emendamento
2.128
si
sopprime
una
parte
e
la
si
sostituisce
con
la
parola
«anche»,
mentre
la
parte
che
viene
aggiunta
è
quella
indicata
dalla
riformulazione
dell'emendamento
2.130
«nonché
del
contrasto
con
l'interpretazione
espressa
dalla
Corte
di
giustizia
dell'Unione
europea».
BUEMI,
relatore.
Esatto.
Però
in
effetti
la
richiesta
del
collega
Caliendo
ha
un
senso,
perché
questo
testo
era
stato
concordato
con
il
Governo,
ma
nella
riformulazione
finale
è
sfuggito
il
soggetto.
Il
soggetto
del
contrasto,
ovviamente,
è
l'atto
o
il
provvedimento
del
magistrato.
COSTA,
vice
ministro
della
giustizia.
L'atto
o
il
provvedimento.
BUEMI,
relatore.
L'atto
o
il
provvedimento
di
chi,
se
non
del
magistrato?
PRESIDENTE.
Scusate,
leggiamo
il
secondo
periodo
del
comma
3-‐bis:
«In
caso
di
violazione
manifesta
del
diritto
dell'Unione
europea
si
deve
tener
conto».
A
questo
punto
ci
si
ferma
e
saltano
le
parole
«della
posizione
adottata
da
un'istituzione
dall'Unione
europea»,
che
vengono
sostituite
dalla
parola
«anche».
Poi
però
non
possiamo
lasciare
«nonché».
BUEMI,
relatore.
Anche
il
«nonché»
è
sostituito
dall'«anche».
Scusi,
Presidente,
siccome
questa
riformulazione
è
stata
concordata
con
il
Governo...
PRESIDENTE.
Vuole
dare
lettura
di
come
verrebbe
la
norma
dopo
l'emendamento?
Altrimenti
non
ne
usciamo.(Commenti).
Scusate,
chi
ha
fretta
può
anche
andare.
PALMA
(FI-‐PdL
XVII).
Domando
di
parlare.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
PALMA
(FI-‐PdL
XVII).
Signor
Presidente,
siccome
bene
o
male,
nonostante
tutto,
ancora
faccio
il
Presidente
della
Commissione
giustizia
e
non
è
che
io
abbia
meno
titolo
a
parlare
di
qualcun
altro,
vorrei
chiarire
qual
è
l'accordo
raggiunto
tra
i
presentatori
degli
emendamenti,
il
relatore
e
il
Governo.
Noi
andiamo
a
votare
un
testo
che
alla
fine
risulta
così
confezionato:
«In
caso
di
violazione
manifesta
del
diritto
dell'Unione
europea
si
deve
tener
conto
anche
della
mancata
osservanza
dell'obbligo
di
rinvio
pregiudiziale
ai
sensi
dell'articolo
267,
terzo
paragrafo,
del
Trattato
sul
funzionamento
dell'Unione
europea,
nonché
del
contrasto
dell'atto
o
del
provvedimento
con
l'interpretazione
espressa
dalla
Corte
di
giustizia
dell'Unione
europea».
PRESIDENTE.
La
riformulazione
deve
essere
fatta
in
questo
senso.
PALMA
(FI-‐PdL
XVII).
Questo
è
ciò
che
noi
voteremo
alla
luce
dell'accoglimento
dell'emendamento
del
senatore
Buccarella
e
dell'emendamento
del
senatore
Caliendo,
così
come
riformulato
nei
termini
detti.
PRESIDENTE.
D'accordo.
Preciso
che
il
testo
2
dell'emendamento
2.130
deve
essere
redatto
accogliendo
la
precisazione
del
senatore
Caliendo
e
viene
messo
alla
fine
del
paragrafo
3-‐bis.
Questo
non
risultava
nell'emendamento
originario.
SOLLO
(PD).
Domando
di
parlare.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
SOLLO
(PD).
Signor
Presidente,
mi
auguro
che
si
sia
chiarito
tutto.
Io
amo
-‐
e,
come
me,
credo
tutti
-‐
sapere
cosa
votiamo.
Esterno
un
pensiero
che
è
di
tutti:
purtroppo
quando
qualcosa
riguarda
la
Commissione
giustizia,
anche
quando
c'è
unanimità
in
quella
Commissione,
si
arriva
in
Aula
e
si
sconvolge
tutto.
(Applausi
del
senatore
Carraro).
Probabilmente
sarebbe
stato
il
caso
di
accantonare
gli
emendamenti
2.128
e
2.130
se
non
avevano
influenza
sui
successivi.
Qualora
ci
fosse
stata
una
ripercussione
sui
successivi,
si
sarebbe
dovuta
sospendere
la
seduta
per
dieci
minuti
per
trovare
una
riformulazione
che
accontentasse
sia
il
senatore
Buccarella,
presentatore
dell'emendamento
2.128,
che
i
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