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non
da
oggi,
le
associazioni
impegnate
a
salvaguardare
l'economia
sana
e
a
combattere
quella
illegale.
È
evidente
che
esse
non
vengono
trattate
ancora
con
l'urgenza
che
meriterebbero.
E
da
questo
punto
di
vista
pensiamo
davvero
che
la
scala
delle
priorità
delle
questioni
da
affrontare
sarebbe
dovuta
essere
un'altra.
(Applausi
della
senatrice
Bignami).
Allo
stesso
modo
crediamo
che,
sul
tema
grande
della
giustizia
civile,
che
peraltro
coinvolge
e
riguarda
la
stragrande
maggioranza
dei
cittadini,
sarebbe
necessario
un
piano
strutturale,
sistematico,
teso
a
migliorare
tutte
le
prestazioni
della
giustizia
che,
ad
oggi,
non
vede
invece
ancora
la
luce
e
dimostra
una
grave
mancanza
dell'intervento
dell'Esecutivo.
Questo
provvedimento
sulla
responsabilità
civile
dei
magistrati
non
risolverà
nessuno
di
questi
nodi
strutturali
ancora
aperti.
E,
seppure
appare
necessario
cambiare
le
norme
di
una
legge,
la
legge
Vassalli,
non
fosse
altro
per
il
fatto
che
ha
prodotto
in
più
di
20
anni
una
scarsissima
applicazione
e
che
quella
disciplina
è
apparsa
insufficiente
a
garantire
fino
in
fondo
la
tutela
dei
cittadini,
rimane
però
il
tema
di
fondo:
determinare
una
scala
di
priorità
capace
di
dare
risposte
concrete
alle
questioni
più
significative
ancora
aperte,
che
sono
la
vera
emergenza
della
giustizia
nel
nostro
Paese.
Nel
merito
del
provvedimento
crediamo
che
il
testo
che
arriva
in
Assemblea
risulti
migliorato
rispetto
al
disegno
di
legge
originario
e
alcune
delle
correzioni
sostanziali,
già
proposte
in
sede
di
presentazione
degli
emendamenti,
sono
state
effettivamente
accolte.
Dal
nostro
punto
di
vista
consideriamo
positivo
che
sia
stato
soppresso
l'articolo
1
del
disegno
di
legge,
che
introduceva
nel
nostro
ordinamento
una
forma
di
responsabilità
diretta
a
carico
dei
magistrati,
e
che
contestualmente
sia
stato
eliminato
il
riferimento
alla
giurisprudenza
della
Corte
di
cassazione
come
parametro
cui
rapportare
l'attività
del
magistrato,
al
fine
di
verificare
se
la
stessa
possa
configurarsi
quale
ipotesi
di
irresponsabilità.
Il
fatto
che
sia
stato
ribadito
il
concetto
che,
in
Italia,
esiste
la
responsabilità
indiretta
e
non
diretta
è
-‐
a
nostro
avviso
-‐
un
elemento
positivo.
L'altra
modifica
più
significativa
è
quella
rappresentata
dall'eliminazione
del
filtro
di
ammissibilità,
proprio
per
superare
-‐
come
è
stato
detto
anche
nel
corso
di
questi
giorni
-‐
la
scarsa
applicazione
della
disciplina
della
legge
Vassalli.
Pur
essendo,
dal
nostro
punto
di
vista,
in
linea
di
principio,
assolutamente
favorevole
a
questo
tipo
di
innovazione,
abbiamo
letto
con
preoccupazione
alcune
manifestazioni
di
dissenso
che
abbiamo
visto
nel
corso
di
questi
giorni,
alcune
anche
molto
autorevoli,
tra
cui
quella
del
Consiglio
superiore
della
magistratura.
Si
è
trattato
di
un
dissenso
che
ci
è
sembrato
improntato
più
ad
una
legittima
preoccupazione
di
un
possibile
ingolfamento
delle
procedure
che
non
ad
altre
ragioni,
che
pure
sono
state
richiamate
dal
dibattito
in
discussione
generale,
ma
che,
a
nostro
avviso,
andrebbero
davvero
tenute
in
un
altro
tipo
di
ordine.
Anche
l'ampliamento
del
confine
della
responsabilità,
a
nostro
avviso,
va
incontro
ad
un'esigenza
di
uniformità
di
trattamento
che
giustifica
la
modifica
della
cosiddetta
legge
Vassalli,
senza
dimenticare
che
con
le
modifiche
che
il
Parlamento
introdurrà,
il
danno
derivante
da
un
errore
interpretativo
che
porta
alla
manifesta
violazione
del
diritto
interno
dovrà
essere
risarcito
analogamente
al
danno
derivante
da
errore
interpretativo
che
porta
alla
manifesta
violazione
del
diritto
europeo.
Al
riguardo
vorremmo
però
anche
aggiungere
che
rimangono
alcuni
elementi
di
forte
perplessità
sui
riferimenti
alla
sola
Corte
di
giustizia
e
non
anche
alla
Corte
europea
dei
diritti
dell'uomo.
Non
vorremmo
cioè
che
si
trattasse
di
un
riferimento
più
o
meno
esplicito
a
qualche
condannato
eccellente,
vista
anche
la
storia
di
questo
Paese
che
da
questo
punto
di
vista,
nel
corso
degli
ultimi
anni,
non
è
stata
così
«lineare».
(Applausi
dei
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