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l'attacco
al
Parlamento
era
perché
esso
voleva
la
responsabilità
diretta
dei
magistrati,
mentre
abbiamo
tutti
convenuto,
per
una
serie
di
ragioni,
che
la
responsabilità
diretta
non
c'è
e
c'è
solo
quella
indiretta,
filtrata,
per
cui
sarà
lo
Stato
a
rispondere
e
poi
questo
potrà
rivalersi
sul
magistrato.
Ma
loro
continuano
a
dire
che
vogliamo
la
loro
responsabilità
diretta.
Poi
ci
hanno
accusato
-‐
e
lì
l'hanno
spuntata
-‐
di
voler
impedire
ai
magistrati
di
discostarsi
dalle
sentenze
delle
Sezioni
unite
della
Corte
di
cassazione.
Abbiamo
spiegato,
in
particolare
il
senatore
Caliendo
e
tanti
altri
colleghi,
che
non
è
assolutamente
vero,
che
riteniamo
che
i
magistrati
possano
benissimo
discostarsi
da
quelle
sentenze,
ma
riterremmo
opportuno
che
almeno
motivassero
il
perché
se
ne
discostano
al
cittadino
e
all'imprenditore
che
fanno
affidamento
sulla
giurisprudenza
consolidata
e
perdono
la
causa.
Ma
su
questo
punto,
come
ho
detto,
non
siamo
riusciti
a
spuntarla.
Allora
quando
-‐
devo
dirlo
-‐
in
malafede
si
accusa
il
Parlamento
di
fare
cose
che
il
Parlamento
non
vuole
fare,
mi
rendo
perfettamente
conto
che
ancora
i
magistrati,
nell'Aula
del
Senato
e
in
quella
della
Camera,
trovano
formidabili
alleati
in
alcuni
Gruppi,
come
quello
del
Movimento
5
Stelle,
che
in
maniera
acritica
si
schiera
contro
il
fuochista
e
la
maestra
d'asilo
di
Finale
Emilia,
contro
il
cittadino
che
viene
massacrato
e
non
ottiene
giustizia.
Costoro
non
stanno
dalla
parte
dei
cittadini
e
dei
poveracci,
ma
dalla
parte
della
potente
casta
dei
magistrati.
Questa
è
la
realtà
che
viviamo!
Noi
stiamo
dalla
parte
dei
cittadini.
Siamo
dalla
parte
di
coloro
che
pretendono
di
avere
giustizia
e
quando
stamattina
si
è
parlato
del
caso
dell'amianto
credo
di
aver
sentito
parole
sagge
dal
collega
Bruno,
di
Forza
Italia,
quando
ha
detto:
sì,
scatta
la
prescrizione,
ma
quanti
processi
vi
sono
stati
e
quanto
tempo
è
stato
perso
per
sciocchezze
con
la
finzione
dell'azione
penale
obbligatoria?
Abbiamo
visto
dispendi
enormi
di
energie
sul
nulla,
azioni
penali
finite
in
un
cassetto
e
dimenticate
lì
come
il
caso,
che
ho
citato,
di
chi
disperatamente
cerca
giustizia
da
16
anni,
e
poi
scarso
impegno
rispetto
a
situazioni
che
richiederebbero
un
certo
tipo
di
attenzione.
Basti
pensare
al
processo
che
ha
lambito
e
coinvolto
persino
il
Capo
dello
Stato
sulla
trattativa
Stato-‐mafia.
Un'intera
procura
per
anni
si
è
cimentata
su
un
processo
che
può
avere
un
valore
storico
ed
un
valore
politico,
ma
di
giuridico
non
ha
assolutamente
nulla.
Un
processo
che
altro
non
voleva
essere
che
una
rampa
di
lancio
per
uno
che
voleva
fare
politica
e
poi
non
c'è
riuscito
e
adesso
va
a
fare
il
collaboratore
di
una
giunta
siciliana
per
trovare
una
collocazione.
Questi
sono
fatti
reali
che
incidono
pesantemente
sulla
vita
del
Paese.
Allora:
siamo
soddisfatti
del
provvedimento
in
esame?
Votiamo
a
favore,
non
siamo
completamente
soddisfatti.
Tuttavia,
con
ottimismo
diciamo
che
almeno
esso
è
un
passo
in
avanti
nella
direzione
giusta,
perché
si
è
tolto
il
filtro
previsto
nella
legge
Vassalli,
che
era
grottesco.
È
mai
possibile,
infatti,
che
sulla
base
della
legge
Vassalli,
in
20-‐30
anni
nel
contesto
che
ho
appena
illustrato,
i
magistrati
siano
arrivati
a
rispondere
quattro
volte
di
non
aver
compiuto
il
loro
dovere
o
di
avere
fatto
cose
che
non
stanno
né
in
cielo
né
in
terra
per
colpa
grave?
È
evidente
che
qualcosa
bisognava
fare!
(Richiami
del
Presidente).
Signor
Presidente,
concludo:
voteremo
a
favore
del
provvedimento
in
esame,
sperando
che
alla
Camera
possa
essere
migliorato,
perché
l'Italia
non
sarà
un
Paese
normale
finché,
come
in
tutti
i
Paesi
del
mondo,
anche
in
Italia
il
rapporto
tra
i
cittadini,
la
magistratura
e
il
Parlamento
non
diventerà
finalmente
fisiologico
e
non
patologico
come
è
stato
negli
ultimi
trent'anni.
(Applausi
dal
Gruppo
NCD).
GIARRUSSO
(M5S).
Domando
di
parlare
per
dichiarazione
di
voto.
PRESIDENTE.
Ne
ha
facoltà.
GIARRUSSO
(M5S).
Signor
Presidente,
colleghi,
oggi
è
un
giorno
triste,
un
giorno
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