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MARCO
DI
LELLO.
Grazie
Presidente,
onorevoli
colleghi,
credo
che
questo
sia
un
giorno
importante
per
l'Italia.
Dopo
oltre
un
quarto
di
secolo
finalmente
diamo
una
risposta
a
quella
volontà
popolare
cui
finora
si
era
sempre
sfuggiti.
Lo
dovevamo
a
quei
20
milioni
770
mila
334
cittadini
e
cittadine
italiani
che
l'8
e
il
9
novembre
del
1987
andarono
a
votare
favorevolmente
al
referendum
promosso
da
radicali
e
socialisti.
Il
Ministro
Orlando,
a
cui
va
il
mio
apprezzamento,
ha
parlato
prima
di
sfiducia
nella
magistratura.
Solo
negli
ultimi
15
anni
oltre
trecentomila
cittadini
inquisiti
sono
stati
completamente
scagionati.
Ogni
anno
tra
risarcimento
per
ingiusta
detenzione
e
spese
di
giustizia
lo
Stato
spende
tra
i
60
e
i
70
milioni.
Non
abbiamo
i
dati
sui
processi
civili,
ma
ora
finalmente
colmiamo
un
vulnus
e
offriamo
ai
cittadini
una
garanzia
in
più.
Nessun
attacco
alla
magistratura
e
d'altra
parte
il
mantenimento
della
responsabilità
indiretta
e
l'inescusabilità
della
negligenza
credo
offrano
ampie
garanzie
in
questa
direzione.
Per
quanto
mi
riguarda,
nessuna
rivalsa,
nessun
risentimento,
nessun
astio,
nessuna
nemesi
storica.
Ma
se
la
normativa
vigente
in
quasi
un
quarto
di
secolo
ha
consentito,
a
fronte
di
numeri
drammatici
come
abbiamo
visto,
che
risultano
proposte
solo
406
cause,
di
queste
253
dichiarate
inammissibili
con
provvedimento
definitivo,
49
che
ancora
erano
in
attesa
di
pronuncia,
70
in
fase
di
impugnazione
e
34
ammissibili;
delle
34
ammissibili
solo
quattro,
dico
quattro,
si
sono
concluse
con
condanna
dello
Stato.
E
ancora,
la
Presidenza
del
Consiglio
ha
comunicato
che
nel
quadriennio
2010-‐2013
ha
proposto
131
azioni
di
rivalsa,
solo
tre
condanne;
numeri
ridicoli
che
ci
hanno
già
comportato
una
condanna
in
sede
europea
sia
da
parte
della
Commissione
sia
della
Corte
di
giustizia,
ma
che
ancor
più
hanno
allontanato
i
cittadini
dallo
Stato
e
dalla
fiducia
nella
giustizia.
Questa
è
una
legge
di
iniziativa
socialista,
lo
dico
anche
ai
tanti
cronisti
spesso
disattenti,
che
risponde
finalmente
a
queste
esigenze.
Una
legge
giusta
che
renderà
il
nostro
Paese
meno
ingiusto.
Una
legge
che
ci
mette
al
passo
con
Francia,
Germania,
Belgio,
Portogallo.
Solo
in
Gran
Bretagna
esiste
l'immunità
giudiziaria.
E
infatti
questa
è
una
legge
anti
casta,
una
legge
contro
ogni
immunità.
Convinti
che
chiunque
svolga
una
funzione
pubblica,
pagata
dallo
Stato,
e
quindi
dai
contribuenti,
se
sbaglia
paga.
Ma
in
questo
caso
se
sbaglia
con
dolo
o
in
maniera
inescusabile
paga
poco,
un
terzo
o
al
massimo
la
metà.
È
una
legge
che
attua
l'articolo
28
della
Costituzione,
che
sancisce
la
responsabilità
diretta
di
funzionari
e
dipendenti
dello
Stato,
una
legge
che
noi
socialisti
vogliamo
dedicare
ad
un
uomo
per
bene,
vittima
di
una
serie
di
errori
giudiziari,
per
cui
nessun
responsabile
ha
mai
pagato,
ma
anzi
negli
anni
hanno
continuato
a
fare
carriera.
Quell'uomo
era
Enzo
Tortora.
A
lui
il
nostro
pensiero
in
questo
momento
così
importante
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
Misto-‐Partito
Socialista
Italiano
(PSI)
–
Liberali
per
l'Italia
(PLI)).
PRESIDENTE.
Ha
chiesto
di
parlare
per
dichiarazione
di
voto
l'onorevole
Turco.
Ne
ha
facoltà.
Prego
anche
i
colleghi,
lì
intorno
e
anche
qui,
se
è
possibile,
di
liberare
l'emiciclo.
Per
favore,
siamo
in
dichiarazione
di
voto,
grazie.
TANCREDI
TURCO.
Grazie
Presidente,
colleghe
e
colleghi,
rappresentanti
del
Governo,
Alternativa
Libera
su
questo
provvedimento
si
asterrà.
Si
asterrà
perché
in
questo
provvedimento
–
che
va
in
qualche
modo
a
modificare
la
legge
n. 117
del
1988,
la
cosiddetta
legge
Vassalli
–
valutiamo
delle
cose
senz'altro
positive,
abbinate,
purtroppo,
ad
altre
innovazioni
negative.
Positivo
è
senz'altro
il
fatto
che
non
sia
prevista
la
responsabilità
diretta
dei
magistrati,
anche
perché
è
la
stessa
sentenza
della
Corte
di
giustizia
europea
a
parlare
di
responsabilità
diretta
dello
Stato
e
non
dei
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