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vincitori
né
vinti.
C’è
una
nuova
dimensione
di
responsabilità
di
tutti.
In
particolare,
credo
che
soprattutto
gli
operatori
della
giustizia
–
e
parlo
in
particolare
dei
magistrati
e
dell'ordine
giudiziario
–
forse
comincerà
a
farsi
sempre
più
carico,
in
una
maniera
più
responsabile
di
quanto
tuttavia
oggi
avviene,
del
fatto
che
noi
siamo
dentro
una
situazione
inedita,
ovvero
la
frattura
tra
la
società
italiana
e
la
sua
cultura.
Quindi,
c’è
un
problema
di
ripensamento
del
rapporto
con
le
tecniche
del
mestiere
e
la
dimensione
politica
–
che
il
rapporto
con
le
tecniche
del
mestiere
comporta
–
che
è
completamente
nuova
rispetto
al
passato.
Noi
abbiamo
bisogno
di
riproporre
questo
senso
della
responsabilità
e
credo
che
questa
proposta
di
legge,
dagli
effetti
limitati,
abbia
una
garanzia
di
fondo:
i
soggetti
che
avranno
il
compito
dell'interpretazione
sono
pur
sempre
i
soggetti
dell'ordine
giudiziario.
Questo
permette
la
garanzia
anche
di
un'interpretazione
costituzionalmente
corretta
e
costituzionalmente
esigita
del
nuovo
testo.
In
questa
luce
noi
rinnoviamo
il
voto
favorevole
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
Per
l'Italia-‐Centro
Democratico).
PRESIDENTE.
Ha
chiesto
di
parlare
per
dichiarazione
di
voto
l'onorevole
Molteni.
Ne
ha
facoltà.
NICOLA
MOLTENI.
Grazie
Presidente,
la
votazione
di
questa
riforma
ci
consente
di
fare
alcune
riflessioni
e
alcune
valutazioni
complessive,
visto
che
siamo
ormai
ad
un
anno
dall'insediamento
del
Governo
Renzi
e
crediamo
che,
dopo
un
anno,
siamo
ancora
invece
all'anno
zero
per
quanto
riguarda
la
giustizia:
i
problemi
di
ieri
sono
i
problemi
di
oggi.
Crediamo
che
le
ricette
annunciate
e
manifestate
un
anno
fa
dal
Presidente
del
Consiglio,
anche
e
non
solo
in
materia
di
giustizia,
siano
state
delle
ricette
assolutamente
fallimentari,
che
non
hanno
assolutamente
migliorato
e
reso
più
efficiente
il
funzionamento
del
sistema
giustizia.
La
domanda
che
noi
ci
dobbiamo
porre
è
se
il
sistema
giustizia
oggi
sia
migliore
e
più
efficiente
del
sistema
giustizia
di
un
anno
fa.
Ebbene,
la
risposta
è
assolutamente
«no».
Le
ricette
non
hanno
trovato
approdo
ed
i
problemi
sono
esattamente
gli
stessi.
Verrebbe
facile
citare
la
legge
anticorruzione,
che
è
ancora
al
palo;
l'arretrato,
che
era
arretrato
ieri
ed
è
arretrato
ancora
oggi;
l'irragionevole
durata
dei
processi,
che
era
irragionevole
ieri
e
lo
è
ancora
oggi;
il
problema
del
sovraffollamento
delle
carceri,
che
è
stato
affrontato
in
modo
sbagliato
attraverso
quei
procedimenti
di
depenalizzazione,
gli
svuota-‐carceri,
gli
indulti
mascherati;
avete
affrontato
un
problema
reale
con
soluzioni
assolutamente
sbagliate,
scaricando
sui
cittadini
onesti
e
perbene
e
sul
senso
di
sicurezza
le
scelte
sbagliate
che
avete
adottato.
Avete
aumentato
i
costi
di
accesso
alla
giustizia,
avete
razionalizzato,
rendendo
più
difficile
l'accesso
al
sistema
giustizia
da
parte
dei
cittadini,
con
la
chiusura
di
numerosi
tribunali
e
giudici
di
pace.
Non
avete
fatto
la
riforma
della
magistratura
onoraria;
non
avete
sanato
il
sistema
correntizio
all'interno
della
e
delle
magistrature,
non
avete
fatto
la
riforma
costituzionale,
né
quella
del
CSM;
sostanzialmente,
un
fallimento
che
va
intestato,
con
riferimento
al
sistema
giustizia
e
alla
giustizia,
al
Presidente
Renzi.
Quindi,
nessun
tema
è
stato
risolto
e
quei
pochi
temi
che
sono
stati
affrontati
sono
stati
dei
palliativi
che
non
hanno
portato
a
soluzione
radicali
tali
da
rendere
il
funzionamento
del
sistema
giustizia
migliore
per
i
nostri
cittadini
e,
tra
questi
temi,
purtroppo
c’è
anche
quello
della
responsabilità
civile
dei
magistrati.
L'ho
detto
prima
e
lo
ripeto
oggi:
la
riforma
della
responsabilità
civile
dei
magistrati
non
deve,
non
vuole
e
non
è
per
noi
una
riforma
che
deve
penalizzare
la
magistratura;
noi
abbiano
grande
rispetto
per
quei
magistrati
in
prima
linea
che
assolvono,
con
senso
dello
Stato,
la
propria
funzione
e
che
esercitano,
con
senso
di
responsabilità,
l'incarico,
prestigioso
ed
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