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importante,
che
hanno.
La
riforma
della
magistratura
onoraria
non
è
una
penalizzazione
della
magistratura
ma
un
senso
di
responsabilizzazione
della
stessa
nell'interesse
anche
e
soprattutto
di
quei
magistrati
che
svolgono,
con
impegno
e
dedizione,
il
proprio
ruolo
e
la
propria
funzione.
Non
vogliamo
minimamente
toccare
l'autonomia
e
indipendenza
della
magistratura,
ricordando
però
che,
come
esiste
l'autonomia
e
l'indipendenza
della
magistratura,
esiste
anche
l'autonomia
e
l'indipendenza
della
politica
di
poter
fare
delle
scelte
nell'interesse
dei
cittadini.
Questo
è
un
punto
per
noi
assolutamente
chiaro
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
Lega
Nord
e
Autonomie).
Quindi,
non
è
assolutamente
in
discussione
il
rispetto
del
ruolo
del
magistrato,
anzi
tutt'altro.
Vogliamo
semplicemente
che
il
magistrato
che
sbaglia,
e
che
sbaglia
per
le
fattispecie
che
avete
tipizzato,
giustamente,
possa
pagare
come
paga
qualunque
altro
operatore
del
diritto,
possa
pagare
come
paga
qualunque
altro
soggetto.
Penso,
ad
esempio,
al
medico,
che
ha
ruoli
estremamente
delicati
rispetto
alla
vita
delle
persone.
Si
è
dibattuto
molto
su
responsabilità
civile
diretta
o
responsabilità
civile
indiretta.
Voglio
ricordare,
per
chi
non
lo
ricorda,
che
il
famoso
referendum,
che
deve
essere
il
punto
di
partenza
di
qualunque
considerazione
riguardante
la
responsabilità
civile
dei
magistrati,
era
un
referendum
inerente
la
responsabilità
civile
diretta
dei
magistrati,
la
responsabilità
diretta.
Il
popolo,
quel
popolo
che
sempre
più
viene
messo
nell'angolo,
quel
popolo
la
cui
rappresentatività
e
il
cui
esercizio
di
sovranità
viene
sempre
più
limitato
da
questo
Parlamento,
per
responsabilità
della
maggioranza,
e
da
questo
Governo,
per
responsabilità
del
Presidente
del
Consiglio,
nel
1987
si
è
espresso
in
modo
estremamente
chiaro:
trenta
milioni
di
cittadini
italiani
andarono
al
voto,
il
65
per
cento
dei
cittadini
italiani
votò
e,
di
quel
65
per
cento
di
cittadini
italiani,
venti
milioni,
l'80
per
cento
dei
cittadini,
chiese
una
responsabilità
diretta,
secondo
il
principio
tale
per
cui
chi
sbaglia
paga.
Ebbene,
quel
referendum,
quella
grande,
importante,
imponente
manifestazione
di
sovranità
da
parte
del
popolo,
è
stata
fortemente
disattesa,
come
è
stata
disattesa
su
altri
campi
e
su
altri
settori,
intervenendo
con
una
legge.
E
lo
voglio
ricordare
al
collega
socialista
che
è
intervenuto
prima:
la
legge
Vassalli
è
stata
votata
anche
e
soprattutto
dal
Partito
Socialista;
una
legge
che
ha
disapplicato
il
referendum
e
che
ha
reso
inapplicabile
il
principio
della
responsabilità
civile.
Quindi,
credo
che
il
punto
di
partenza
dovesse
essere
quello:
la
necessità
di
riportare
in
capo
a
una
scelta
del
popolo
una
modifica
normativa,
attuata
attraverso
la
legge
Vassalli,
che
oggi
è
rimasta
fortemente
inapplicata,
a
discredito
della
magistratura
e
a
danno
evidente
di
quei
cittadini
che
subiscono,
hanno
subito
e
continuano
a
subire,
fortunatamente
in
quantità
sempre
minore,
i
danni
di
sentenze
sbagliate
e
ingiuste,
che
ricadono
sulla
testa
di
persone
che
si
sono
poi
rivelate
assolutamente
innocenti
rispetto
alla
fattispecie
incriminata.
Quindi,
vi
è
la
necessità
di
migliorare
questa
riforma,
la
necessità
di
ridare
dignità
al
diritto
e
di
ridare
dignità
a
una
funzione
importante
quale
è
quella
della
magistratura.
Avevate
una
grande
occasione,
l'occasione
ve
l'abbiamo
servita
noi,
ve
l'ha
servita
la
Lega,
ve
l'ha
servita
per
ben
due
volte
il
collega
Pini,
attraverso
un'interpretazione
della
sentenza
della
Corte
di
giustizia
europea
che
ha
chiesto,
preteso
e
voluto
che
il
sistema
giuridico
italiano
si
allineasse
rispetto
alla
responsabilità
civile,
totalmente
disapplicata.
Credo
che
la
legge
Vassalli
andasse
modificata
a
prescindere
da
quello
che
ci
dice
l'Europa.
Non
prendo
per
oro
colato
quello
che
dice
l'Europa,
che,
ad
esempio,
oggi
dice
che
il
nostro
Paese
garantisce
troppi
pochi
diritti
ai
rom.
Altro
che
troppi
pochi
diritti
ai
rom
(Applausi
dei
deputati
del
gruppo
Lega
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