Page 213 - Microsoft Word - RespoMagi.doc
P. 213
aumento
del
proprio
potere
e,
a
maggior
ragione,
ritengo,
per
analogia,
che
ciò
valga
anche
per
i
giudici,
quando
essi
considerano
quale
unico
criterio
di
azione
la
propria
personale
idea
di
giustizia
che
deriva
dal
peggiore
dei
totalitarismi,
che
sarebbe
il
relativismo
etico.
Questa
premessa
serve
a
capire
–
o
almeno
spero
che
riesca
a
far
comprendere
–
la
differenza
che
esiste
tra
la
tecnocrazia
giudiziaria,
che
abbiamo
tutti
il
dovere
di
combattere,
e
i
tanti
buoni
giudici,
dalle
grandi
doti
morali,
dallo
spirito
di
abnegazione
e
dalle
adeguate
competenze
tecniche
che,
invece,
abbiamo
sempre
il
dovere
di
difendere
e
tutelare.
Questo
spiega
il
motivo
per
cui
il
gruppo
parlamentare
Area
Popolare
voterà
a
favore
della
proposta
di
legge
sulle
modifiche
alla
disciplina
della
responsabilità
civile
dei
magistrati.
Ricordo,
prima
di
affrontare
nel
merito
il
contenuto
del
provvedimento,
che
le
riparazioni
per
l'ingiusta
detenzione
sono
aumentate,
nel
2014,
del
41
per
cento
rispetto
all'anno
prima.
Nel
periodo
in
questione,
si
è
arrivati
alla
quota
di
600
milioni
di
euro
di
risarcimento,
sommando
tutti
i
risarcimenti
per
ingiusta
detenzione
dal
1991
ad
oggi.
Una
cifra
spaventosa
che
noi
sappiamo
bene
essere
minima
rispetto
ai
tanti
casi
di
malagiustizia
che
si
sono
verificati
e
che
sono
rimasti
senza
richiesta
di
risarcimento.
Sono
numeri
che
fanno
riflettere,
perché
comprenderete
che
si
tratta
di
persone
che
ingiustamente
sono
state
private
della
loro
libertà
personale
e
che
soltanto
in
un
minimo
caso
a
esse
è
stato
riconosciuto
l'errore,
disponendo
il
pagamento
di
una
somma
a
titolo
di
riparazione.
E
questo
non
è
solo
un
fatto
statistico
–
sarete
tutti
d'accordo
anche
qui
–,
perché
dietro
ciascuno
di
questi
numeri
c’è
un
dramma,
c’è
una
storia
personale,
ci
sono
stati
degli
effetti
devastanti,
e
non
ci
sarà
mai
somma,
qualunque
essi
abbiano
ricevuto,
che
possa
ripagare
questa
ingiustizia
che
avrà
ferito
nel
cuore
e
nell'anima,
oltre
che
nel
fisico,
in
molti
casi,
i
soggetti
che
hanno
subito
tutto
ciò.
Fin
quando
ci
sarà,
quindi,
un
solo
caso
di
carcerazione
ingiusta,
illegittima
ed
ingiustificata,
tutti
noi
avremo
il
dovere
di
batterci
con
forza.
È
per
tali
motivi,
quindi,
che
abbiamo
fatto
nostro
questo
provvedimento,
che
modifica
la
legge
n. 117
del
1988,
la
«legge
Vassalli»,
che
viene
oggi
ad
essere
parzialmente
modificata
nei
modi
con
cui
è
stato
abbondantemente
spiegato.
Oggi,
dopo
tanti
anni
di
dibattito
si
è
giunti
quindi
ad
una
proposta
di
modifica.
È
innegabile
che
il
tema
della
responsabilità
civile
del
magistrato
andava
affrontato,
dal
momento
che
fino
ad
oggi
non
c’è
mai
stata
una
reale
e
corretta
tutela
del
cittadino
sotto
l'aspetto
risarcitorio.
Il
risultato
raggiunto
attraverso
questo
progetto
di
legge
costituisce,
a
nostro
avviso,
un
punto
di
equilibrio
intelligente
tra
la
funzione
giudiziaria
e
i
diritti
del
cittadino.
Una
riforma,
quindi,
che
superi
i
limiti
della
«legge
Vassalli».
Dobbiamo
ricordare
che,
negli
ultimi
vent'anni,
il
tema
della
giustizia
è
stato
al
centro
del
dibattito
politico,
producendo
contrasti
tra
forze
politiche,
ma
anche
disagi,
soprattutto
tra
i
cittadini
e
gli
operatori.
Il
tema
della
riforma
della
giustizia
ha
persino
assunto
toni
aspri
ed
ha
prodotto
contrapposizioni
tra
magistratura
e
politica.
Oggi,
con
questa
riforma
si
introducono
dei
principi
coerenti
con
l'ordinamento.
Non
norme
punitive
nei
confronti
dei
magistrati
che
pregiudicano
i
principi
sanciti
dalla
nostra
Costituzione,
ma
disposizioni
che
garantiscano
al
cittadino
di
essere
risarcito
dallo
Stato
nei
casi
previsti
dalla
legge
e
salvaguardino,
al
contempo,
l'autonomia
e
l'indipendenza
della
magistratura.
Ci
pare,
pertanto,
un
testo
che,
in
questo
momento
storico,
è
da
considerare
equilibrato,
perché
introduce
norme
come,
ad
esempio,
quella
dell'eliminazione
del
cosiddetto
«filtro»,
che,
diciamolo
chiaramente,
ha
pregiudicato
pesantemente
i
diritti
del
cittadino.
Questo
filtro,
di
fatto,
ha
creato
le
condizioni
proprio
tra
il
tribunale
e
la
corte
d'appello
perché
le
richieste
legittime
non
213