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venissero
ad
essere
evase.
Tutto
questo
da
oggi
non
esiste
più
e
dai
dati
che
il
Ministero
della
giustizia
ci
ha
consegnato,
e
per
la
precisione
li
ha
consegnati
alla
Commissione
in
Senato,
emerge
chiaramente
come
questo
filtro
sia
stato
un
serio
ostacolo
all'azione
di
risarcimento
del
danno
al
cittadino.
Infatti,
dall'entrata
in
vigore
della
legge
Vassalli
ad
oggi
su
oltre
400
ricorsi
per
risarcimenti
proposti,
solamente
sette
si
sono
conclusi
con
un
provvedimento
che
ha
riconosciuto
la
riparazione
per
dolo
o
colpa
grave
da
parte
dei
magistrati.
Pertanto,
se
si
considera
la
situazione
complessiva
e
i
dati
riportati,
come
detto
precedentemente,
in
questi
anni
di
fatto
la
legge
non
ha
consentito
di
arrivare
a
significative
azioni
di
rivalsa
nei
confronti
dei
magistrati
e
di
accertamento
della
responsabilità
civile
dello
Stato.
Per
quanto
riguarda
l'azione
di
rivalsa
dello
Stato
verso
il
magistrato,
spettante
al
Presidente
del
Consiglio
dei
ministri,
il
progetto
di
legge
introduce
delle
novità
rilevanti,
sulle
quali
sorvolo
altrimenti
rischio
di
non
spiegare
nei
tempi
fissati
dal
Regolamento.
Però
ci
tengo
a
sottolineare
come
l'intervento
normativo
allinei
l'Italia
agli
ordinamenti
degli
altri
Paesi
europei
e
sani
l'infrazione
della
Corte
di
giustizia.
È
importante,
pertanto,
superare
la
presunzione
che
l'indipendenza
della
magistratura,
istituzione
dotata
di
un
proprio
organo
di
autogoverno,
nonché
la
scarsa
applicazione
della
legge
Vassalli,
costituissero
una
sorta
di
immunità
per
taluni
magistrati;
appare,
infatti,
giusto
e
corretto
consentire
al
cittadino
di
essere
risarcito
nei
modi
e
nelle
forme
consentite.
Il
sistema
della
responsabilità,
dunque,
ha
come
necessario
presupposto
l'indipendenza:
il
magistrato
deve
essere
imparziale
e
indipendente
nella
propria
attività
e
ciò
gli
assicura
quella
credibilità
che
è
necessaria
per
continuare
ad
esercitare
bene
le
funzioni
giudiziarie.
Si
è
giunti,
pertanto,
con
questa
legge,
ad
un
equilibrio
coerente
con
l'ordinamento
in
modo
che
assicuri
l'indipendenza
e
l'autonomia
della
magistratura,
che
garantisca,
quindi
il
servizio
giustizia
ai
cittadini
e
lo
tuteli
dalle
eventuali
ingiustizie
che
evidentemente
potessero
essere
in
capo
alle
stesse
persone.
Siamo
consapevoli
che
con
questo
provvedimento
abbiamo
toccato
uno
dei
punti
più
controversi
del
sistema
giudiziario,
ma
è
innegabile
che
ciò
costituisce
un
elemento
fondamentale
per
un
corretto
svolgimento
dell'attività
giudiziaria
e,
al
contempo,
sta
cominciando
a
ripristinare
–
speriamo
che
i
dati
statistici
ce
lo
confermino
–
un
regolare
rapporto
tra
cittadino
e
magistratura.
Nel
ribadire
il
voto
favorevole
del
nostro
gruppo
parlamentare
al
progetto
di
legge
in
esame,
vogliamo
evidenziare
come
questo
provvedimento
non
sia
il
frutto
quindi
di
azioni
punitive
nei
confronti
di
chicchessia,
ma
costituisce
la
riforma
essenziale
per
consentire
al
nostro
Paese
di
avere
una
giustizia
più
credibile,
più
efficiente
e
più
funzionale.
PRESIDENTE.
Ha
chiesto
di
parlare
per
dichiarazione
di
voto
l'onorevole
Chiarelli.
Ne
ha
facoltà.
GIANFRANCO
GIOVANNI
CHIARELLI.
Signor
Presidente,
l'esame
di
una
proposta
di
legge
sulla
responsabilità
civile
dei
magistrati,
che
stiamo
discutendo,
avrebbe
potuto
veramente
rappresentare
una
svolta,
ma
non
solo
per
sanare
l'infrazione
che
l'Unione
europea
ogni
volta
ci
commina
–
e
credo
che,
poi,
in
fondo
sia
l'unica
cosa
che
interessi
al
Governo
–
ma
soprattutto
avremmo
potuto
fare
un
provvedimento
di
civiltà,
un
provvedimento
per
tanti
anni
atteso
dai
cittadini
e
che,
a
mio
parere,
ancora
questa
volta
presenta
tantissimi
aspetti
lacunosi.
Avremmo
voluto
dal
Governo
una
presa
di
posizione
chiaramente
orientata
e
non
l'ennesimo
atteggiamento
ambiguo
tipico
di
chi
non
si
espone,
di
chi
vuole
accontentare
tutti
e
nessuno,
di
chi
teme
gli
scioperi,
di
chi
preso
dalla
attenzione
mediatica
che
è
stata
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