:: ALBO - PRATICA FORENSE
Il praticante
Il testo che segue - frutto della sapienza poetica di un collega che vuole rimanere anonimo, almeno per il momento, ma che ben conosciamo (e che ben conosce, come tutti i colleghi con i capelli bianchi, le regole non scritte della professione forense) - consente di sorridere, forse un poco amaramente, di deontologia forense.
Da dietro la scrivania, Don Pasqualino
se lo squadro' ben bene
come un sarto fino
che, scegliendo la stoffa,
già intravede il taglio
della veste che vuol fare.
Il giovane seduto
appena in punta di sedia,
vedendosi osservato
si sentiva esaminato
come una bestia in vendita
a una fiera del paese.
"Questo mi guarda in bocca
e mi controlla i denti"
penso' il praticante
serrando le labbra d'istinto.
"Ah, ti vuoi fare avvocato
e vorresti imparare l'arte?"
incomincio' il Maestro,
spostando le carte davanti
e, inforcando il paio di lenti:
"Mi sembri un tipo sveglio,
ma già dalla prima lezione
vediamo se ti sconocchi.
Stai allora attento
a quello che ti dico;
te lo dico solo per una volta
a mo' di detto antico
e tu intanto prendi nota
con tanto di punti e virgole.
La legge è scritta corta
ma per applicarla si allunga.
Non pensare al processo
come a una sfogliatella
da consumare in fretta
calda ancora di forno.
La causa è una pietanza
che più allunghi il brodo
e più ne avrai sostanza.
Tra un rinvio e un appello,
si dice ... "nelle more"
puoi spremere il cliente;"
Il giovane guardava
il principe del Foro
con l'aria compiacente
di chi ascolta un fatterello,
mettendosi più comodo
sopra lo sgabello.
"Guaglio', non fare lo sciocco,
chè non sono storielle
i fatti che ti racconto"
lo richiamo' il Maestro
guardandolo severo
e, ripigliando l'estro:
"I soldi, quelli veri,
escono dalle cancelle,
perchè un minuto dopo
che fai scarcerare il cliente,
ti manda sottosopra
per darti il tuo compenso.
Se no, scampato il fosso,
la carogna sai che pensa?
Che se è uscito assolto,
non è stato per clemenza
ma solo perchè è innocente;"
Si infuoco' l'avvocato:
"E questo è ancora niente!"
Vedendo l'apprendista
un poco scoraggiato
pensando che il cliente,
dopo che l'hai salvato,
non ti è riconoscente:
"E si', è un nemico
che di te non ha stima.
Ti racconta, se è sincero,
una verità di parte
convinto che se tu ci credi,
ci crederà la Corte.
Senza entrare nel merito
porta la difesa avanti
e senza che aspetti l'esito
fatti pagare in contanti,
tanto l'avvocato fa la causa,
è il giudice che fa la sentenza.
Quello che ti dico
è frutto di esperienza
e anzi questo codicillo
tienilo bene a mente.
Porta la borsa a quello
che di te è più anziano."
"Certo, per educazione,
gli tolgo il peso di mano ..."
Si permise di dire
il povero guaglione
pensando certamente
stavolta di non sbagliare.
"Non hai capito niente,
non è il galateo
che io ti sto insegnando!"
Grido' il leguleo.
"Dentro quella borsa,
dopo una giornata,
sai quant'esperienza
ci trovi accumulata!
Un cattivo accordo è meglio
di una lunga causa vinta;
E' come un pareggio
ottenuto fuori casa.
Lascia scannare le parti
e poi li fai far pace,
dopo avviate le carte.
Se no, con un "grazie tante"
una volta che s'accordano
solo il caffè ti danno;"
"Gesù, lo diceva il nonno",
penso' lo studentello,
"che nelle fauci d una gatta
sta meglio un sorcino
che un cliente in pasto
a una togata fame."
"Il tempo del legale
per lo più è tempo perso.
Sali e scendi le scale,
senza combinare niente.
Allora all'occasione
forza pure la mano
per tutte quelle volte
che hai lavorato invano.
Tanto il cliente è snob
e se ne fa un vanto,
pure se gli rubi,
che ti ha pagato tanto."
L'allievo era intronato
per tanta cattiveria:
"Sarà forse incazzato
e il tono pare serio
ma certo non le pensa
le infamità che dice,
oppure le dice apposta
per far pesante la croce.
Ti pare che il Maestro,
stimato pure dalle pietre,
ha serbato questo veleno,
facendo l'avvocato!"
E tanto per aver la prova
che quello che pensava
era una cosa giusta,
gli fece una domanda,
sicuro della risposta:
"Maestro, ho capito,
è un mestiere tosto,
non è una passeggiata
quello che mi aspetta,
pero', mi perdonate,
senza mancare di rispetto
a voi che mi insegnate,
ma in tanti anni,
facendo tanti processi,
c'è stata mai una causa
che avreste fatto lo stesso
senza curare il compenso,
solo per amor dell'arte?"
"Pulcino, non basta l'incenso
per riempire il cassetto;
Il più bravo difensore
non è il più preparato
ma solo chi è più pagato
e il capo professore!"
Poi si alzo' dalla sedia
e si avvicino' al ragazzo,
con lo sguardo rincorrendo
tempi ormai lontani.
"Lo so che questa lezione
si perderà al vento.
E' la giusta reazione
di un giovane studente.
Ma appena ti sarai fatto le ossa
e metterai i denti,
penserai a 'sto fesso
e gli darai ragione".